L’Istat ha recentemente pubblicato alcuni dati nel report “La salute mentale nelle varie fasi della vita (anni 2015-2017)”, evidenziando che la depressione è il disturbo mentale più diffuso tra gli italiani e che colpisce circa 2,8 milioni di persone. I dati più preoccupanti sono stati registrati per gli anziani poiché spesso la depressione si accompagna ad altri disturbi, come il disturbo d’ansia, o ad altre patologie quali forme di demenza senile o l’Alzheimer. Il disturbo inoltre colpisce maggiormente le donne e le persone disoccupate. Il tasso di depressione femminile è quasi il doppio di quello maschile (9,1% contro 4,8%), mentre le persone disoccupate presentano elevati tassi di depressione, spesso accompagnati da disturbi d’ansia, percentuale molto elevata rispetto a quella di coloro che invece lavorano.
L’Istat riporta inoltre numeri in aumento per quanto riguarda i bambini affetti da disabilità presenti nelle scuole italiane (circa 170mila). La maggior parte di loro presenta disabilità intellettive: il 23,9% di loro ha un disturbo evolutivo globale dello sviluppo psicologico, il 45,4% una disabilità intellettiva, il 17,3% soffre di disturbi del comportamento e dell’attenzione ed infine il 16,5% di disturbi affettivi relazionali.
Gli ultimi dati riportati riguardano la dipendenza da droga perché sembra essere collegata ad un tentativo di comunicare un importante disturbo mentale. Si pensa infatti che spesso si faccia uso di droghe per cercare di attirare l’attenzione su un disturbo o su un problma più serio che purtroppo spesso non viene ascoltato. Nel 2016 sono stati registrati 108 ricoveri correlati alla droga ogni milione di residenti in Itali, valore in aumento soprattutto tra i 15 ed i 34 anni. Infine vengono riportati anche dati allarmanti sui suicidi, sottolineando che in Italia sono stati registrati meno casi di suicidio rispetto all’Europa, ma resta comunque una delle cause che provocano un decesso su 8.
LA DEPRESSIONE
La depressione maggiore (o disturbo depressivo maggiore) è un disturbo unipolare compreso nella categoria dei disturbi dell’umore del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico) ed è caratterizzato da sintomi comuni quali calo del tono dell’umore, pensieri negativi e pessimistici, sintomi comportamentali vari e progressivo disfunzionamento della persone in aree importanti del proprio funzionamento, come l’area sociale o quella lavorativa. Ciò che caratterizza un paziente depresso è uno stato di profonda tristezza, accompagnata da anedonia (mancanza di piacere nelle sue normali attività), disperazione ed apatia che col tempo assorbono l’intera giornata del soggetto.
Oltre ad essere uno dei disturbi più diffusi, col tempo diventa sempre più invalidante perché coinvolge l’individuo sotto ogni punto di vista. Sono infatti presenti sintomi affettivi quali angoscia, senso di colpa e perdita di interesse per le attività quotidiane, sintomi cognitivi che coinvolgono tanto le funzioni esecutive quanto il contenuto del pensiero (negatività pervasiva), sintomi comportamentali quali anedonia ed apatia ed infine sintomi somatici come dolori diffusi e problemi gastointestinali.
L’eziologia di tale disturbo è assai complessa e multifattoriale perché legata a cause ambientali (condizioni socio-economiche difficili, scarsa scolarizzazione, ma anche traumi, abusi, lutti, divorzi e separazioni), fattori genetici (familiarità con tale disturbo), cause psicologiche e variabili individuali (considerando per esempio il livello di resilienza di un individuo o situazioni particolarmente stressanti). Ad oggi tra i rimedi maggiormente utilizzati troviamo la terapia psicologica pensata per il singolo individuo, spesso accompagnata da un adeguato supporto farmacologico.