L’invito al matrimonio di un amico, una vacanza, un’occasione speciale, la prova costume. Sono tutti momenti in cui ognuno di noi ha pensato: “Devo rimettermi in forma”. Cosa ci spinge a cambiare le nostre abitudini e, soprattutto, perché spesso questo corrisponde al perdere peso?
Una questione sociale
La perdita di peso è associata ad entrambe le facce della medaglia della salute: la malattia e il benessere. Il dimagrimento, però non è indice solo di salute, ma anche di bellezza. Fare attività fisica e seguire una dieta varia sono le semplici regole che dovremmo seguire per vivere al meglio. Perché allora anche quando sappiamo che ci stiamo prendendo cura di noi stessi, la perdita di peso diventa importante?
Le pubblicità di pillole dimagranti, frutta miracolosa, beveroni che assicurano perdite di peso e frullati proteici per l’aumento della massa muscolare sono ovunque: dalla televisione, ai social media. La società impone uno standard fisico con il quale non solo viene “misurato” lo stato di salute di una persona, ma anche la sua avvenenza, la sua desiderabilità.
L’idea che il fisico rispetti degli standard ben precisi è molto diffusa e rischia di portare a problemi di tipo clinico (come i disturbi alimentari) soprattutto nei più giovani. E quando si parla di “standard di bellezza” non si fanno distinzioni di genere. Se le donne vengono sommerse di messaggi contro la cellulite, il giro-vita stretto e thight-gap, gli uomini sono vittime di idee che vedono la prestanza fisica e il volume muscolare come necessari per essere “maschi”.
Seguire gli standard promulgati dalla società può anche portare a gravi conseguenze. Modificare le proprie abitudini alimentari arrivando anche a privarsi del cibo o di certe componenti può comportare (oltre al dimagrimento eccessivo) diminuzione della densità minerale ossea, perdita di capelli, ipotensione, problemi renali e gastrointestinali e squilibri di tipo ormonale. Le abitudini alimentari sono controllate anche quando s’indaga la presenza di disturbi dell’umore (come la depressione). In questi casi infatti la persona può avere un appetito smisurato o molto scarso. Non stupisce che diversi casi di obesità anche gravi siano collegati ad umore depresso e ad episodi di vita stressanti, come può accadere anche per l’anoressia.
L’importanza del movimento body positive
Negli ultimi anni diverse campagne mediatiche si sono opposte alla campagna di body shaming promuovendo (soprattutto sui social) l’importanza dello stare bene con se stessi, del piacersi nella propria pelle e della salute non solo fisica, ma anche mentale. Parliamo del fenomeno curvy, ma anche delle star che pubblicano loro scatti senza ritocchi o filtri; queste piccole novità hanno aiutato ragazzi e ragazze a capire che la perfezione viene costruita ad hoc per lo schermo televisivo e le copertine delle riviste.
Importante è saper distinguere un percorso che porta al benessere psicofisico da uno che esalta i comportamenti a rischio (siano essi associati al dimagrimento o all’aumento di peso). Non sempre il cambiamento è positivo, soprattuto quando s’intraprende una dieta senza conoscere le componenti necessarie per il funzionamento ottimale del nostro corpo. Altrettanto essenziale è sapere che per ogni problema può esistere una soluzione. Esistono infatti trattamenti e centri specializzati che possono essere d’aiuto contro i disturbi alimentari e della nutrizione e programmi ed interventi di tipo medico che possono aiutare a risolvere situazioni gravi.
Valentina Brina