Trasformare il cervello recitando un Mantra: è possibile?

L’essere umano, pellegrino semi-eterno del mondo, è alla costante ricerca della Verità, il Brahman, passo dopo passo, vita dopo vita. La bellezza di una religione così enigmatica, ma allo stesso tempo superba come quella dell’Induismo, è data dal suo ruotare non solo attorno alla figura degli dei, che pur sono innumerevoli, ma anche, e soprattutto, attorno alla figura dell’uomo.divinità indù La chiave dell’Induismo risiede nella centralità assolutamente necessaria nella quale è posto l’essere umano. Lo scopo ultimo non è conquistarsi un posto nella vita ultraterrena, ma imparare il valore e quanto c’è di prezioso in questa vita: l’essere umano stesso è, intrinsecamente, un essere divino che, separatosi dal tutto, deve completare il suo percorso verso la vera conoscenza. Sebbene questo “viaggio” sia un’esperienza essenzialmente interiore, che si traduce con il perseguimento della giustizia, la generosità e la carità verso il prossimo al fine di creare uno stato di comunione e armonia, uno studio ha evidenziato che intervengono dei cambiamenti che non coinvolgono solo la spiritualità: la recitazione, o più semplicemente l’ascolto di un Mantra, implica delle modificazioni sostanziali alla struttura del cervello. Ma è possibile?

Cos’è e a cosa serve il Mantra?

 Per poter raggiungere alla conoscenza della Verità è necessario meditare. La meditazione consta di uno sprofondare in uno stato di quiete interiore tale da liberare la mente dalle cose materiali e dalle esperienze giornaliere. Per poter raggiungere questo stato di profonda riflessione interiore, entra in gioco il Mantra. La parola è di derivazione Sanscrita, che può essere tradotta come “Strumento che modifica il pensiero”. I Mantra hanno lo scopo di avvicinare l’uomo alle divinità, per la meditazione, la guarigione e la crescita spirituale.

Ma cosa succede a livello cerebrale?

L’errore che spesso si compie è quello di riuscire ad immaginare il training (l’esperienza) come un’attività interattiva che l’uomo esercita sull’ambiente che lo circonda ma, nella realtà dei fatti, non è sempre così. Il cervello, durante un esercizio, riesce a creare nuove connessioni e nuove sinapsiimmagine di cervello tra i numerosissimi neuroni che lo compongono. Il cervello, dunque, compie su sè stesso una modificazione plastica che si traduce automaticamente nella capacità di reinterpretare il mondo che ci circonda e, quindi, di elaborare nuove idee e nuove riflessioni. La meditazione non è altro che una forma di esercizio, il quale modifica, in maniera anche più profonda, la regolazione del cervello sotto molti punti di vista. 

Lo studio

risonanza
Risonanza magnetica funzionale (fMRI)

È stato avviato uno studio sugli effetti che il Gāyatri Mantra esercita sull’uomo. Lo scopo di questa preghiera è quello di raggiungere l’illuminazione interiore, superare i limiti dell’ignoranza e favorire l’unione con la coscienza collettiva. Attraverso di esso si tiene lontana la sofferenza, si allevia la malattia e si ha l’appagamento di ogni desiderio. Si tratta di una preghiera tratta dai Veda (Conoscenza Divina), i più antichi libri sacri dell’Induismo, diretta alla Divinità Immanente e trascendentale. Gli scienziati, attraverso l’Elettroencefalogramma e la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), hanno analizzato 20 individui con un’età compresa tra i 20 e i 35 anni, sottoponendoli o all’ascolto del Mantra per 15 minuti o chiedendogli di recitarlo. I risultati sono stati sorprendenti: si è registrato un notevole aumento delle onde elettromagnetiche prodotte dal cervello, le onde γ (gamma) e β (beta), con una prevalenza di onde γ in coloro esperti di meditazione buddhista. La fMRI ha, invece, registrato l’attivazione di alcune aree cerebrali adibite all’elaborazione uditiva, linguistica e ritmica e un’importante attivazione del lobo insulare, in particolare quello destro. 

Trasformazioni fisiche

Il cervello, inoltre, non subisce mutamenti solo dal punto di vista fisiologico, ma anche dal punto di vista fisico. È stato registrato, infatti, un’ispessimento della corteccia cerebrale che ricopre il lobo insulare del cervello, soprattutto in esperti di meditazione. Questa regione del cervello è legata ai processi di consapevolezza, nella regolazione delle emozioni e alle facoltà razionali ed empiriche, dunque intrisecamente associata all’attività della meditazione.La registrazione dell’ispessimento della corteccia cerebrale in questa regione è tanto affascinante quanto sorprendente. Non fa che restituire agli scienziati una più forte certezza su quanto sia complesso il cervello e sempre peculiare nella sua interazione col mondo.

Immagine di microscopia avanzata

Il cervello e il mondo circostante, quindi, sono intimamente legati da uno scambio reciprocamente mutualistico. Si sa ancora così poco sul suo funzionamento e pensare che siamo capaci di utilizzarne solo il 10%! Chissà di cos’altro saremmo capaci se riuscissimo a sfruttarlo a pieno.

Alice Tomaselli

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