Adrianopoli rispecchia Genova del 1940: il bombardamento come soggetto della poesia di Marinetti

Marinetti compone la poesia sul bombardamento di Adrianopoli, dopo l’assedio nel 1912. Similmente Genova, nel 1940, è colpita dagli Alleati.

Nella notte tra l’11 e il 12 giugno del 1940, Genova è oggetto di bombardamenti, ad opera di alcuni bimotori inglesi. La sera del 13 giugno, la vicenda si ripete ma, stavolta, sono i francesi che attaccano. Di uguale matrice è la poesia “Bombardamento”, di Filippo Tommaso Marinetti. La compone circa trent’anni prima, nel 1912, poiché ha assistito all’assedio della città turca di Adrianopoli.

L’introduzione del sistema difensivo costiero

A partire dal 1935, l’Italia si operò per la realizzazione di un impianto che proteggesse la terra e le coste del Paese. Le città, ove le difese trovarono ubicazione, furono Venezia, Livorno, Palermo, Monfalcone, e Genova, nei pressi dei centri industriali costieri. Queste, furono dotate di batterie costiere e pontoni armati, per fronteggiare eventuali incursioni navali nemiche. Però, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, dopo la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna, alla Germania, l’Italia si dichiarò “non belligerante”. Andò, di fatto, controcorrente rispetto agli accordi del Patto d’Acciaio, siglato coi nazisti, il quale prevedeva l’obbligo di reciproco aiuto politico, diplomatico, e militare, nel caso fosse scoppiata una guerra. In conclusione, tali sistemi non si concretizzarono da subito, ma continuarono ad essere modificati, per prevenire ogni eventualità bellica.

Il bombardamento su Genova

Prima dell’entrata in guerra, i rapporti tra Benito Mussolini e i Primi ministri Édouard Daladier, francese, e Winston Churchill, britannico, non funzionarono, e andarono, progressivamente, deteriorandosi. Le opposizioni alla politica coloniale italiana in Etiopia, poi, non portarono ad altro che ai minimi storici delle diplomazie, e al loro inevitabile inasprimento.
Il sistema difensivo costiero italiano entrò in funzione, solo, il 10 giugno 1940, data in cui il Regno dichiarò, ufficialmente, guerra a Francia e Gran Bretagna. Gli Alleati non attesero ulteriore tempo per muovere l’offensiva al nemico. La notte fra l’11 e il 12 giugno, dei bimotori inglesi Whitley lasciarono cadere, su Genova, circa 5 tonnellate di bombe, provocando poche decine tra morti e feriti, e danni, tutto sommato, trascurabili. Medesima situazione accadde la sera del 13 giugno, stavolta da parte di aerei francesi. Otto bimotori Lioré et Olivier LeO 451 attaccarono i depositi di nafta di Vado Ligure. Nel frattempo, partirono, da Tolone, le navi della 3ª Squadra navale francese, dirette verso gli stabilimenti industriali di Genova e Savona. Ivi, si consumò la, cosiddetta, “Battaglia di Genova”, nome in codice: opération Vado.

Nel corso dell’estate, i bombardamenti divennero più intensi. La Liguria contò circa 9000 vittime, e subì gravissimi danni ai centri industriali e portuali. Fu contrassegnata Genova, come obiettivo principale dei bombardamenti, per l’importanza del suo porto, e delle sue industrie, a partire dall’Ansaldo e dalla Piaggio. La prima era una società in accomandita semplice, esercitante sia attività commerciale sia attività non commerciale; la seconda, invece, era produttrice italiana di veicoli a due ruote a motore e veicoli commerciali.

Il “bombardamento” di Marinetti

Il poeta Filippo Tommaso Marinetti ha riportato, nero su bianco, suoni ed effetti peculiari di un bombardamento. Un argomento delicato, controverso, nell’ottica delle perdite umane, ma di cui, il poeta, quale fautore della corrente del Futurismo, non si poteva precludere di presentare. Si è dedicato ad un tema a lui caro e, paradossalmente, vivace al tempo stesso. Come testimonianza di nuova vitalità, i futuristi si proposero di “glorificare la guerra – sola igiene del mondo”- il “Manifesto del Futurismo“, 5 febbraio 1909.

Il brano traduce l’“ossessione della materia“, di cui Marinetti aveva parlato nel “Manifesto tecnico della letteratura futurista”, nel quale si esplicano i procedimenti fondanti della nuova letteratura.
Tratta dall’opera letteraria “Zang Tumb Tumb”, la poesia “Bombardamento” descrive l’omonima azione, ad opera dei Bulgari, contro la città di Adrianopoli, durante la prima guerra balcanica. Non solo questa poesia, ma l’intera raccolta, in realtà, è ispirata all’assedio della città turca medesima, a cui lo stesso Marinetti assisté nel 1912.

Gli stilemi futuristi

Gli effetti del bombardamento sono resi, soprattutto, attraverso onomatopee. Evidenziate in grassetto, rispetto al testo restante, si propongono di ricreare, in modo sensibile, i rumori assordanti. Tra parentesi, in maiuscoletto, sono contenute una sorta di didascalie, che forniscono, invece, indicazioni sulla velocità delle azioni, e sui tempi di lettura, quasi si trattasse di uno spartito musicale. Complementare è la funzione degli spazi bianchi tra le parole, che corrispondono alle pause. Concretamente, è presente un rimando ad un’ipotetica orchestra, composta dei rumori prodotti dalla macchina. Il termine “vampe”, in corsivo piccolo, dislocato su linee verticali diverse, allude, verosimilmente, alle immagini dei bagliori  dei colpi delle artiglierie. In corpo tondo minore, compaiono delle onomatopee, che si riferiscono ai rumori della natura, schiacciati dal frastuono.
L’autore utilizza gli espedienti sopracitati per creare un effetto visivo, che riporti il lettore al centro della battaglia.

Compaiono, altresì, parole in caratteri normali, che testimoniano delle caratteristiche teorizzate nel Manifesto. Il verbo all’infinito, ad esempio, suggerisce l’idea di continuità. La moltiplicazione di vocali e di consonanti amplifica la forza e la durata dei suoni. Gli aggettivi sono aboliti, a meno che non valgano come sostantivi. Stessa sorte spetta alla punteggiatura, completamente assente.

 

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