Anniversario dell’annessione di Tripoli e della Cirenaica: ricostruiamo i rapporti tra Italia e Turchia

Dopo aver dichiarato guerra all’Impero Ottomano, in data 5 Novembre 1911, l’Italia annette Tripoli e la Cirenaica, alimentando le ambizioni colonialiste.

Proprio queste spinsero il Paese ad impadronirsi delle province ottomane, che assieme al Fezzan sono oggi note con il nome di Libia, nonché dell’isola di Rodi e dell’arcipelago del Dodecaneso.

La guerra italo-turca

La guerra italo-turca, è iniziata con la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Turchia in data 29 settembre 1911. L’italia è protagonista di una politica volta a tutelare ed espandere i propri interessi sul Mar Mediterraneo, luogo in cui ogni genere di equilibrio politico era agli occhi del governo italiano,  continuamente minacciato dallapolitica dell’Impero Ottomano.  L’Italia così partecipò  all’occupazione di Creta, ma fu la Libia ad avere una sorta di corsia preferenziale,poichè principalmente per la sua situazione geografica, era indispensabile all’Italia per la sua stessa sicurezza e per il suo affermarsi come potenza mediterranea. Il governo italiano fu  guidato da Giolitti e intimò alla Turchia di sgombrare la Libia; in seguito al più che leggittimo rifiuto da parte del governo ottomani, seguì la dichiarazione di guerra italiana. Il 5 novembre 1911 re Vittorio Emanuele III proclamò l’annessione della Tripolitania e della  Cirenaica.

La risoluzione del conflitto

Si tratta certamente di uno scenario di guerra che anticipò di pochi anni quello che sarà formalmente il primo conflitto mondiale della storia. La strategia dell’Italia fu quella di spostare in parte la guerra nell’Egeo, per procurarsi basi e bloccare le coste turche nel Mediterraneo orientale e assicurarsi un importante elemento di scambio nelle future trattative di pace. Proprio quest’ultime arriveranno a Loasanna nel 1912. L’Italia ottenne la Libia e l’amministrazione del Dodecaneso. Uno degli aspetti più interessanti che ci aiutano a comprendere questa vicenda è che  Il Trattato di Losanna, quindi, non prevedeva la sovranità piena del Regno d’Italia sulla Tripolitania e la Cirenaica, bensì la sola amministrazione civile e militare su un territorio giuridicamente parte dell’Impero ottomano. Si trattò quindi, dal punto di vista giuridico, di una semplice amministrazione, tutt’altro che stabile. L’Italia invece con Regio decreto n. 1247 del 5 novembre 1911, convertito in legge il 23 e il 24 febbraio 1912, cercò di affermare il contrario, facendo valere i propri diritti e affermando i propri interessi.

 

Quasi amici

Nell’autunno del 1919, a soli pochi anni dalla guerra combattatuta precedentemente, la situazione in Turchia mutò radicalmente. Si erano svolte le elezioni nei territori ancora sotto il controllo degli ottomani. Greci e Armeni si rifiutano di partecipare e si dimettono ufficialmente dalla cittadinanza ottomana. Le elezioni danno luogo ad un parlamento ottomano sostanzialmente nazionalista con  una forte componente unionista. Kemal aveva organizzato due importanti congressi (Sivas, Erzurum) dove era stata elaborata la piattaforma di rivendicazione del movimento, che ora viene ufficializzata con l’approvazione del nuovo parlamento ottomano. Le potenze vincitrici si uniscono formalmente in una posizione molto dura nei confronti del nuovo parlamento. L’Italia, che fa parte delle potenze vincitrici, è però ferocemente contro i greci, poichè  aveva le stesse ambizioni territoriali e si sente inoltre ingannata e defraudata dagli alleati. Celebre è il termine che definisce la vittoria dell’Italia come una cosiddetta “vittoria mutilata”. Appoggia quindi sostanzialmente anche se non ufficialmente i turchi.

 

 

 

 

 

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