ANXIETY: L’ANGOSCIA ESISTENZIALE IN MUNCH E KIERKEGAARD

L’angoscia esistenziale è uno stato d’animo con cui spesso l’uomo si trova a convivere. 

La più precisa rappresentazione di questa famigerata ‘angoscia esistenziale’ ci è offerta dal pittore norvegese Edvard Munch nell’opera ‘Ansietà’. Allo stesso modo, nell’ambito della filosofia, l’olandese Soren Kierkegaard è stato  il primo a coniare il termine “Angst” e a farne uno studio dettagliato.

‘Ansietà’ di Edvard Munch

Ansietà (cultura.biografieonline.it)

Il dipinto ‘Ansietà’ venne realizzato da Munch nel 1894 ed è oggi conservato a Oslo, all’interno del museo dedicato all’artista. Nel contesto paesaggistico di una strada che costeggia il mare, il pittore rappresenta una processione di uomini e donne, percepiti come una folla senza identità. Questi individui sono la personificazione, per l’appunto, dell’angoscia esistenziale e dell’incomunicabilità.  Esse sono visibili al massimo grado nella donna in primo piano, che appare più nitida rispetto alle altre figure, le quali vanno dissolvendosi sempre più.

Edvard Munch e l’angoscia

Edvard Munch (tuttarteonline.it)

Edvard Munch visse molte esperienze traumatiche, che gli causarono disturbi patologici. Era continuamente scosso da turbamenti interiori, provocati dal dolore e, appunto, dall’angoscia. Consapevole del fatto che quest’ultima non l’avrebbe mai abbandonato fino alla morte, cercò però di trasporre il suo vissuto e il suo stato d’animo nelle opere d’arte, arrivando a creare delle immagini quanto mai comunicative. Per Munch l’angoscia può essere riassunta come una forma più invasiva di ansia, causata da degli stimoli emotivi troppo forti che la mente umana non riesce a filtrare e a dominare.

L’ “Angst” di Kierkegaard

Soren Kierkegaard (lfmagazine.it)

Il termine “Angst” (angoscia) venne introdotto e spiegato da Kierkegaard all’interno dello scritto del 1844 ‘Il concetto dell’angoscia’. Definì questo sentimento come lo stato dell’uomo di fronte all’esistenza. Quest’ultima è descritta come una possibilità indeterminata in cui si cela sempre l’alternativa della morte.
A tale situazione di angoscia esistenziale l’uomo può reagire in due diversi modi: con il suicidio, negazione radicale di ogni possibilità, o con la fede, attraverso la quale l’uomo fa appello alla sorgente da cui scaturisce la vita stessa.
Secondo Kierkegaard, tuttavia, questo non vuol dire che una possibilità favorevole dia maggiori garanzie rispetto a quella apparentemente più disastrosa e orribile. L’angoscia, secondo Sorel, è “una parte essenziale della spiritualità umana, ragion per cui se l’uomo fosse angelo o bestia non la conoscerebbe”. Solo coloro che hanno una debole spiritualità possono nasconderla. Riflettendo sulla propria condizione, l’uomo connette, dunque, questa spiritualità all’angoscia, cioè al sentimento della minaccia, incombente in ogni situazione.

L’angoscia nella psicologia moderna

(scarabeokheper.altervista.org)

Il concetto di ‘angoscia esistenziale’ è stato approfondito anche da numerosi psicologi e psichiatri. Soprattutto gli psicologi cognitivi hanno mostrato uno spiccato interesse per essa, sviluppando alcune teorie, tra cui la Terror Management Theory. Secondo la teoria, molte delle sovrastrutture umane deriverebbero dal bisogno, insito nell’uomo, di trovare il senso profondo della propria esistenza. A ciò si lega il tentativo di gestire l’ansia provata di fronte alla prospettiva della morte. Andando più nel dettaglio, l’angoscia nasce dalla necessità di mantenere il più possibile stabile la propria visione del mondo. Convenzionalmente, infatti, tendiamo ad affermare che l’unica certezza sia la morte. Ciononostante, l’idea della morte resta un pensiero inaccettabile. Sebbene possa essere accettato, sarà comunque sempre presente nell’inconscio umano un senso di inquietudine. Il nostro istinto di sopravvivenza ci porta a voler ‘essere al mondo’ il più possibile.  La consapevolezza che la nostra morte possa sopraggiungere in qualunque momento e in qualsiasi modo suscita terrore. Da ciò si sviluppa la necessità di dare un senso e un valore a noi stessi e all’esistenza in generale.

 

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