Barletta, 13 Febbraio 1503: ecco cosa accadde per questioni d’onore tra francesi e italiani

13 Febbraio 1503: tredici cavalieri francesi e tredici cavalieri italiani si scontrano. 

Di Antonio Vitale – http://e-filatelia.poste.it/showSchedaProdotto.asp?id_prodotto=1461&id_categoria_prodotto=281&id_catalogo_prodotto=402&lingua=, Copyright francobolli, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=3175375

La disfida di Barletta fa parte della Guerra d’Italia del 1499-1504. Ebbe luogo nell’agro di Trani. Il motivo? Questioni d’onore.

11 Novembre 1500, il Trattato di Granada

l’11 Novembre del 1500 venne firmato un trattato da Luigi XII di Francia e Ferdinando II d’Aragona. Il trattato di Granada sanciva la spartizione dei territori del Regno di Napoli, in parti uguali. Federico I di Napoli, durante quel periodo, governava il Regno, ma a causa di un’invasione proveniente sia da nord che da sud fu costretto ad arrendersi. Ad occupare furono i francesi e gli spagnoli che, da canto loro, cominciarono ad avere delle discordie sull’interpretazione del suddetto trattato. Non si capiva, infatti, a chi appartenesse la terra di mezzo, così le tensioni si acuirono.

Gli scontri

Come anticipato, le tensioni tra i due eserciti erano sempre maggiori, tanto da sfociare in veri e propri scontri. Quando non si ricorreva a battaglie in campo aperto, si sceglieva di optare per sfide di carattere cavalleresco, quasi tutte svolte nei pressi di Barletta. Uno degli scontri più famosi è quello del 13 Febbraio 1503. In questo caso i francesi si erano spinti fino a Canosa di Puglia, ma furono catturati dai soldati spagnoli che li condussero, appunto, a Barletta. Tra di loro, anche Charles de Torgues, soprannominato Monsier Guy de la Motte.

Il 15 di Gennaio i prigionieri furono invitati a un banchetto. Proprio durante quell’incontro, la Motte ebbe da ridire sulle prestazioni dei combattenti italiani e, soprattutto, li accusò di codardia.

La preparazione dello scontro

Si decise di risolvere la questione tramite uno degli scontri prima citati. Furono scelti e preparati tredici cavalieri – in origine dovevano essere dieci – e fissate le ricompense e le perdite. Chi vinceva avrebbe portato con sé tutti i cavalli e le armi degli sconfitti. Ogni sconfitto, per riscatto, valeva cento ducati. Fu nominata anche una giuria e, a questo punto, la battaglia avrebbe potuto aver luogo.

Entrarono per primi sul campo i francesi e, le due fazioni, si disposero in maniera ordinata, una di fronte all’altra. Lo scontro andò avanti per spade e scuri e gli italiani riuscirono ad avere la meglio sui francesi che, mano mano, furono tutti feriti o catturati. La vittoria venne celebrata con lunghi festeggiamenti e venne tenuta, addirittura, una messa in ringraziamento alla Madonna.

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