I citocromi sono delle proteine la cui funzione è quella di depurare l’organismo da sostanze di scarto o da sostanze esogene come i farmaci. Proprio questa funzione può essere alterata assumendo medicinali insieme a succhi di frutta. Ma perché questo comportamento, tenuto da molte persone è in realtà errato?
Il nostro organismo necessita continuamente di essere depurato da diversi tipi di sostanze, come quelle di scarto derivanti da processi biochimici o anche dai farmaci che si assumono. Per fare ciò, l’organismo ricorre a quelli che sono gli spazzini del nostro corpo, ovvero alcune categorie di citocromi. Questi sono continuamente all’opera ma alcuni nostri comportamenti possono ridurre la loro efficienza. Ad esempio l’assunzione di succhi di frutta, se sotto terapia farmacologica, può alterare il funzionamento dei medicinali.
Cosa sono i citocromi e come funzionano
I citocromi sono delle emoproteine che consentono l’uso di ossigeno a livello cellulare in quanto contengono il gruppo prostetico Eme (quello che consente all’emoglobina e alla mioglobina di trasportare l’ossigeno nel sangue). Sono suddivisi in 4 categorie distinguibili in base al diverso assorbimento della radiazione elettromagnetica: a, b, c , d. Le prime tre classi sono contenute nei mitocondri, gli altri sono proteine integrate nella membrana. Di particolare interesse sono alcuni dei citocromi di tipo c, ovvero quelli appartenenti alla classe P450. Questi sono contenuti soprattutto nel fegato (ma anche la pelle ne ha alcuni) e sono i principali responsabili della detossificazione dell’organismo e metabolismo delle varie sostanze.
La classe di citocromi P450, anche chiamati CYP450, è costituita da una grande varietà di isoforme, proteine uguali che però presentano qualche piccola differenza l’una dall’altra. Di tutte le isoforme identificate, solo una piccola parte è responsabile del metabolismo delle molecole ad uso farmacologico: CYP2D6, CYP2C9, CYP1A2, CYP2E1 e in modo particolare il CYP3A4, che da solo metabolizza il 50% dei farmaci utilizzati.
Citocromi e succhi di frutta
Alcuni succhi di frutta sono in grado di interferire con il metabolismo dei farmaci, ma possono anche modificare la loro efficacia. In modo particolare, come anche sottolineato dalla FDA (Food and Drug Administration), il principale colpevole è il succo di pompelmo. Alcune sostanze contenute in esso sono definite inibitori competitivi del CYP3A4. Questo significa che in presenza di un farmaco e di queste sostanze, il CYP3A4 non andrà a metabolizzare solamente il farmaco, ma anche quelle molecole contenute nel succo di pompelmo.
Il medicinale resterà così in circolo più a lungo a causa della riduzione di efficienza dei citocromi. Ciò implica che, alla successiva assunzione di quel farmaco, si avrà in circolo la quantità assunta più parte di quello assunto ore prima. Di conseguenza si rischia, a lungo andare, di aumentare gli effetti collaterali e tossici di quel farmaco se si continua ad assumere contemporaneamente succo di pompelmo. Inoltre, alcune molecole contenute in esso, possono andare ad inibire la funzione di alcune proteine che fungono da trasportatori del farmaco impedendogli di raggiungere il target e svolgere la propria funzione terapeutica.
I farmaci incompatibili con i succhi di frutta
La FDA ha anche fornito una lista di classi di farmaci (qui) che non devono essere assunti insieme ai succhi di frutta. Tra questi troviamo le statine, corticosteroidi, antiaritmici e antistaminici. Un esempio può essere un antistaminico come la fexofenadina che, se assunto con succo di pompelmo viene assorbito in quantità minori. L’efficacia di quest’ultima è ridotta anche se si assume succo di arancia o di mela.
Un altro esempio è quello del sildenafil citrato (di cui si parla in questo articolo), il quale, assunto insieme al succo di pompelmo, viene metabolizzato dal CYP3A4 più lentamente. Perciò, quando si segue una qualche terapia farmacologica è sempre bene evitare di assumere succhi di frutta.
Michele Sciamanna