Come fascino e crudeltà si incontrano nel regno Animalia: viaggio nel mondo delle formiche

Alla meraviglia per la propria complessa organizzazione che talvolta la natura ci rivela, si coordina la tanto importante quanto crudele lotta per la sopravvivenza: il caso delle formiche Polyergus.

Fila di formice. (Altri Animali)

Tra gli aspetti positivi di una quarantena imposta come quella che stiamo vivendo, costretti come siamo a rimanere chiusi nelle nostre abitazioni, vi è di certo il dono di una quantità di tempo smisurata durante la quale non sapere cosa fare. Da appassionati alla cultura, quali probabilmente siete, se vi siete imbattuti nella lettura di questo articolo, una buona idea può essere quella di approfittarne per approfondire la conoscenza dei più svariati argomenti, dedicandosi alla lettura di diverse riviste culturali. È proprio così che noi ci siamo infatti imbattuti in un articolo del settimanale di Focus, che ci presentava un curioso comportamento di una particolare specie di formiche, che abbiamo deciso di approfondire e scoprire insieme a voi.

Colonia di formiche. (la Repubblica)

La formica

Innanzitutto, partiamo dal generale: la formica. Un animale tra i più noti, e che la maggior parte di noi ha certamente avuto la possibilità di osservare (e, chissà, ammirare) più volte nella propria vita. Personalmente, e confido di non esserne l’unico, l’ho sempre trovato un animale particolarmente affascinante, sia per l’incredibile forza nel traportare oggetti 40-80 volte più grandi (come riportato in un altro vecchio articolo di Focus), sia per la straordinaria capacità organizzativa sociale. Si tratta infatti, è questo è risaputo, di esseri appartenenti ad un particolare genere di insetti, gli imenotteri, e sono definiti eusociali, come accade anche per vespe e api, grazie proprio alle succitate capacità organizzative. A grandi linee la suddivisione della loro società è molto semplice da individuare: ad una classe riproduttiva, costituita dalle regine (le femmine fertili) e dai maschi (il cui unico compito è la fecondazione della regina), si contrappone una classe lavorativa, costituita dalle femmine sterili e attere, ovvero prive degli organi di volo (le ali), tipiche delle figlie e dei figli delle regine, responsabili della creazione di nuovi nidi e colonie.

Formica che trasporta un carico pesante. (Wired)

La particolare specie delle ‘schiaviste’

Tra le oltre almeno 12000 specie di formiche esistenti, vogliamo oggi concentrarci su una in particolare: le amazzoni Polyergus rufescens. Si tratta di formiche caratterizzate da un particolare colore rosso mattone, lunghe circa 1 cm, e che vantano il soprannome di ‘schiaviste’. Entrare nel loro mondo riporta alla mente alcune delle pagine più brutte della storia umana, seppur ovviamente, come ricorda lo stesso Focus, non si possano attribuire agli animali caratteristiche tipicamente umane, come la cattiveria. Tuttavia, quello che le amazzoni fanno è esattamente una forma di razzismo all’interno del loro mondo: il lavoro delle loro operaie è infatti quello di attuare veri e propri raid nei confronti dei nidi delle altre specie di formiche. Il tutto è perfettamente organizzato, e questo aumenta il fascino di questa particolare specie: tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio, infatti, particolari operaie ‘scout’ si preoccupano di individuare i potenziali nidi destinati all’attacco. Non appena una ‘scout’ ha successo, ritorna al nido nel modo più lineare e veloce possibile, come descritto da Donato Grasso, docente dell’Università di Parma. Ciò avviene però soltanto al ritorno, mentre l’andata è, praticamente sempre, caratterizzata da un percorso a zig zag: quelle che le ‘scout’ attuano lungo la strada del ritorno è un incredibile quanto affascinante calcolo vettoriale del percorso d’andata, trovandone la risultante, e dunque la via più breve.

Formica amazzone Polyergus rufescens, (Wikipedia)

Modalità e ragioni degli agguati

Solo dopo che le ‘scout’ hanno finito il loro lavoro, tornando vincitrici nel proprio nido, parte la spedizione verso il bersaglio individuato. Le malcapitate della diversa specie non hanno scelta, e nel giro di qualche minuto le operaie delle amazzoni escono fiere dal nido avversario con il loro bottino: le larve della specie attaccata, che saranno portate nel proprio nido e aiutate nello sviluppo dalle vittime dei rapimenti precedenti. Qui cresceranno ignare del fatto di appartenere ad una specie diversa, e si sentiranno parte delle amazzoni, per le quali svolgeranno uno straordinario lavoro di servitù, convinte, attraverso l’inganno, di star lavorando per quella che considerano la propria specie. A differenza di quanto si possa credere, però, le tanto temute amazzoni non sono spargitrici di sangue: il loro unico obiettivo è la conquista delle larve della specie diversa, non l’uccisione degli esemplari già adulti. Sono una specie guerriera, strutturata per la lotta, ma ciò nonostante preferiscono risparmiare tempo ed energia, ed è per questo che una volta invaso il nido avversario rilasciano una particolare sostanza, che induce la specie nemica ad una sensazione di allarme caotica, al punto da creare un fuggi-fuggi generale, grazie alla quale le vittime lasciano via libera alle amazzoni, aspettandone l’uscita con le larve dalla vegetazione circostante il nido. Altro crudele, ma straordinario, inganno. Ma perché tutto questo? Le formiche sono grandi lavoratrici, è risaputo, e dunque perché schiavizzare altri esemplari piuttosto che svolgere il lavoro di nutrimento e affiancamento alle larve da sé? La risposta è rapida e nitida: sopravvivenza. La loro struttura anatomica, infatti, in particolare le lunghe mandibole a forma di pugnale, le rendono particolarmente inadatte al quel tipo di lavoro, e, piuttosto, abilissime nel combattimento. È così che dunque la natura ha permesso a questa specie di sopravvivere, attuando una strada alternativa per raggiungere i medesimi risultati. È così che, ancora una volta, la natura si è dimostrata estremamente straordinaria, e meravigliosamente affascinante.

‘Schiaviste’ e ‘schiavizzate’. (Pikaia)

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