Dalla religione alla violenza: quando la purificazione dal demonio genera una strage famigliare

Proviamo a chiarire i meccanismi della strage di Altavilla Milicia con La violenza e il sacro di René Girard.

Famiglia Barreca. Immagine di “Il Fatto Quotidiano”.

Sembra l’America degli anni ’80, invece è l’Italia del 2024. Sette che aspirano a purificare il demonio, crudeli esorcismi, chiese non identificate. Un mondo sommerso agli occhi dei media e dei più finché gli avvenimenti più gravi non vengono a galla. Sotto i riflettori stavolta un triplice omicidio e ripetute torture, inflitte con l’intento di debellare i corpi dal demonio, intitolate dalla stampa come “strage di Altavilla” o “strage in famiglia“.

I fatti

In effetti, i titoli degli articoli online e di quelli dei quotidiani ben dipingono il luogo e le vittime designate. Giovanni Barreca si costituisce poco dopo la mezzanotte dell’11 febbraio, riferendo in chiamata ai carabinieri quanto segue:

Buonasera mi devo consegnare. Anche se vi dico perché, non ci credete. Quando uno vuole fare la volontà di dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. In pratica è morta mia moglie. I demoni mi stanno mangiando pure a me. C’ho mio figlio, ho due morti e una l’ho lasciata lì.

Così inizia la storia di un delirio che ancora non ha conosciuto fine, nemmeno adesso che l’uomo è in carcere, nemmeno ora che ha la possibilità di parlare con un avvocato e difendersi. Così finisce la storia di Antonella Salamone, moglie di Giovanni, e di Kevin ed Emanuel, loro figli, che perdono la vita all’età di soli 16 e 5 anni. Che poi non è vero, la loro storia non finisce. Ci sono già stati l’autopsia, i funerali, il lutto cittadino. Ci saranno i processi in tribunale. Ma no, Emanuel e Kevin non diventeranno mai grandi. Antonella non li vedrà mai crescere.

L’unica superstite, la figlia prediletta, viene trovata addormentata in casa all’arrivo delle autorità, accanto ai cellulari dei familiari uccisi. Un sonno profondo, in un luogo abitato dal demonio e infetto delle torture e dei cadaveri dei familiari, forse persino impregnato della puzza di fumo che impesta la casa sin dal giorno in cui hanno bruciato il corpo della madre. Gli strumenti usati per esorcizzare le vittime sono ancora lì, abbandonati insieme ai loro resti.

La 17enne negherà, in un primo momento, di aver preso parte a tali crudeltà, ma poi ritratterà chiarendo il proprio ruolo nella vicenda. A condurre il rituale che avrebbe portato alla morte dei tre avrebbero contribuito anche i coniugi Sabrina Fina e Massimo Carandente, chiamati da Giovanni Barreca per liberare i posseduti ed installatisi sul luogo del delitto da giorni. Le indagini suggeriscono che i due facessero parte di una setta, “i fratelli di Dio“, anche se ciò è ancora da chiarire. Arrestati con Barreca e sua figlia, i due sembrerebbero essere parte attiva nella strage.

Ho fornito qui una versione breve e semplificata di una vicenda ben più lunga e ben più complessa, di cui è difficile riferire i dettagli, per via della loro crudeltà e del dolore che arrecano in chi scrive (e, si suppone, anche in chi legge).

Per chi volesse una narrazione più completa, si suggerisce di leggere: https://www.corriere.it/cronache/24_febbraio_20/altavilla-milicia-strage-cosa-successo-9694f97a-cf64-11ee-9aef-bdf20163b2aa.shtml.

Per maggiori informazioni sul ruolo della figlia di Barreca: https://notizie.virgilio.it/strage-altavilla-la-figlia-17enne-di-giovanni-barreca-dormiva-all-arrivo-dei-carabinieri-ero-nel-giusto-1606885.

Infine, per gli ultimi aggiornamenti sul caso: https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/strage-altavilla-setta-adepti_77914704-202402k.shtml.

Immagine di “Repubblica Palermo”.

Il motivo della violenza

Arriviamo qui a chiarire il motivo della violenza: nessuno. Perchè nessuna violenza ha un motivo. Perchè nessun atto tanto miserabile quanto commettere una carneficina del proprio nucleo familiare ha alcun motivo valido. Nonostante ciò, nella testa di ogni omicida, il delitto ha una chiara ragione. In questo caso, si cela dietro al delitto un nobile ideale (se così si può definirlo): la liberazione dal demonio.

In effetti, questa storia non va presa con leggerezza, perchè è un esempio chiarissimo di un meccanismo all’opera in moltissimi contesti e definito da una forte connessione tra religione e violenza. Nel 1972, René Girard pubblica un’opera dal titolo La violenza e il sacro con lo scopo di gettare luce sul legame tra queste due.

Secondo Girard, la violenza è un tratto strutturale della razza umana. Tutti gli uomini sono violenti e la violenza si propaga in maniera velocissima e senza freni. Gli uomini sono violenti perché desiderano qualcosa dell’altro che essi non hanno e, così, uccidono per eliminare chi riconoscono come un rivale. Una spirale di vendette si abbatte sulla comunità, che deve trovare dei meccanismi per eliminare un circolo infinito di ripicche. Così, viene introdotto il sacrificio. Esso ha il potere di calmare la sete di vendetta e di rendere un’unica uccisione un atto nobile, perpetrato per la salvezza della società.

La violenza intrinseca nella religione ha, allora, la funzione di placare la violenza sociale, che altrimenti annienterebbe la comunità. Il sacrificio, visto con queste lenti, è un atto nobile, che serve unicamente a placare la violenza intestina. Si tende a uccidere un elemento, destinato a diventare capro espiatorio, interno alla comunità ma estraneo da legami affettivi che potrebbero rivendicarne la morte. Perciò, esso rimane escluso dal circolo della vendetta e placa la violenza strutturale.

La liberazione dal demonio

Insomma, secondo Girard, i meccanismi in azione nella strage di Altavilla sono frutto di questo legame tra sacro e violenza. Nonostante ciò, secondo lo studioso francese, i riti di purificazione, quali gli esorcismi, rivestono importanza capitale solamente in tempi in cui il sistema giudiziario non era ancora all’opera. Dopo che quest’ultimo viene introdotto, la violenza cessa di essere un fatto personale e diventa materia di interesse di istituzioni super partes.

Eppure, la vicenda rende chiaro che sì, Girard aveva ragione. Tutti sono violenti. Tutti sono malvagi. Giovanni Barreca non può essere scusato, ma diventa, in questa prospettiva, unicamente colui che pone fine alla violenza. Burattino nelle mani di Sabrina Fina e Massimo Carandente, l’uomo ancora non si rende conto della gravità del delitto. La loro logica è la stessa esaminata da Girard: se qualcosa è impuro, va purificato. L’autore esamina nel libro su menzionato le modalità di purificazione dall’impuro tipiche delle religioni. Gli esorcismi non fanno eccezione. Solo la morte libera dalla possessione.

In conclusione, tutte le violenze hanno un senso nella mente di chi le commette. Ma rimane un tassello mancante, la figlia prediletta. Partecipazione volontaria ai riti al solo scopo di salvarsi? Adesione personale a certe idee e a certi principi? Lavaggio del cervello? Paura di fare la stessa fine o cieca convinzione? La 17enne rimane silente vittima di un sistema all’opera da secoli in ogni religione, che ha autorizzato fanatismi, sacrifici, torture e persino guerre in proprio nome.

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