Diplomazia: i ministri Baerbock e Barrot incontrano il nuovo leader siriano al-Jolani a Damasco

La caduta della dittatura assadista in Siria apre il dialogo con l’Occidente

I ministri degli Esteri di Francia e Germania a Damasco per incontrare Jolani - Notizie - Ansa.it

A sostegno del popolo siriano si schierano Francia e Germania sotto mandato dell’Ue per promuovere una transizione pacifica in questo “importante momento di crocevia”

La visita

L’azione diplomatica ha caratterizzato i primi giorni del nuovo anno. Venerdì 3 gennaio infatti è avvenuta la visita congiunta dei ministri degli Esteri di Germania e Francia, Annalena Baerbock e Jean-Noel Barrot, al nuovo leader siriano Ahmad al-Chareh, detto al-Jolani, nel palazzo presidenziale di Damasco. In veste di rappresentanti dell’Unione Europea, i due ministri sono entrati nella prigione di Saydnaya, simbolo del regime dittatoriale dell’ex presidente Bashar al-Assad, dalla quale nei giorni della rivoluzione sono riuscite a fuggire circa 14mila persone.

Ministri Ue in visita da Al Jolani in Siria, ma per la tedesca Baerbock niente stretta di mano. Ecco perché - Il Fatto Quotidiano

La rivoluzione siriana

Sono stati sufficienti 11 giorni per spodestare il regime ultra ventennale di Assad in Siria, dove l’offensiva del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), che governava la provincia di Idlib, ha spinto altri alla ribellione. Senza l’aiuto militare di Russia e Iran, la dittatura di Bashar al-Assad niente ha potuto contro l’alleanza dei ribelli armati guidati dal leader del Hts al-Jolani, che in poco tempo ha conquistato le città di Aleppo, Hama, Daraa, Homs e Damasco. Un altro segno di debolezza della dittatura di Assad è stato il collasso dell’esercito siriano: la scarsa resistenza dei soldati alla rivolta dei ribelli ha agevolato la diffusione di un’ondata di solidarietà da parte della popolazione locale e dei curdi, attraverso la distruzione di statue e simboli del regime. Con la fuga di Bashar al-Assad in Russia è giunta al termine una delle dittature più dure dell’ultimo secolo.

La stretta di mano

La ministra degli Esteri tedesca Baerbock ha chiesto al nuovo governo siriano uno Stato funzionante evitando “qualsiasi tentativo di islamizzazione della magistratura e dell’istruzione” siccome l’Europa non prevede finanziamenti a istituzioni islamiche, mentre Barrot sottolinea il desiderio di integrazione dei curdi in questo processo politico, in vista di un Paese plurale e rispettoso dei diritti e della cittadinanza. Sembra perciò che la Siria sia diventata il nuovo centro di costruzione delle relazioni internazionali tra Medio Oriente e Occidente che offre una “mano tesa” al nuovo leader de facto al-Jolani, propenso a una “transizione politica pacifica per uno Stato stabile e unito”. Nonostante le buone intenzioni per una cooperazione, ha suscitato diverse discussioni la mancata stretta di mano alla ministra tedesca da parte del leader siriano, interpretato dai media europei come un segno di poco rispetto. In realtà il cenno del busto e il gesto della mano destra portata al cuore riflettono l’osservanza molto rigida delle regole della fede musulmana che vietano agli uomini di avere alcun tipo di contatto fisico con donne che non fanno parte della famiglia o con cui non sono sposati. Si può notare infatti come al-Jolani non manifesti difficoltà a interagire con Baerbock e d’altra parte anche la ministra sembrava preparata a questo tipo di etichetta non egualitaria.

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