Dividere la Chiesa: quando l’eresia e lo scisma minacciano l’unità cattolica

Di recente, Monsignor Carlo Maria Viganò ha annunciato di essere stato accusato dal Vaticano di “scisma”. Approfondiamo questo concetto che affonda le sue radici nell’antichità.

Monsignor Viganò, che in passato non aveva nascosto le sue posizioni critiche nei confronti del pontificato di Francesco, ha reso noto su X di essere stato accusato di “scisma”, ossia di voler fratturare l’unità politica, spirituale e religiosa della Chiesa Cattolica. L’accusa, la cui risonanza storica rievoca il Medioevo, ci dà la posssibilità di approfondire il rapporto che ebbe il cattolicesimo nascente con le eresie e i movimenti critici che l’accompagnarono sin dalla sua nascita.

Tu sei Pietro…

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli.

Con queste parole (Matteo 16, 18-19) Cristo affida a Pietro l’arduo compito di istituzionalizzare la nuova religione cristiana. Il passo evangelico è molto chiaro: Gesù conferisce la facoltà all’uomo di rappresentare la divinità sulla terra, garantendogli la possibilità di agire per suo conto. Il termine “Chiesa” deriva dal greco ekklesìa che, propriamente, indica “l’assemblea” del popolo riunito (a sua volta, ekklesìa deriva dal verbo kalèo che significa “chiamare, convocare”) e mostra, a partire dal suo etimo, il carattere collegiale dell’Assemblea di Cristo. Lo stesso aggettivo “cattolico” in greco significa “universale”, rimarcando così l’ambizione ecumenica dell’istituzione religiosa. Dopo la predicazione e la morte di Cristo nacquero, anche grazie alla predicazione degli apostoli, sulle sponde del Mediterraneo numerose comunità cristiane (richiamate dalle lettere di S. Paolo: ai Filippesi, Tessalonicesi, Corinzi…); contestualmente, sorsero anche dei movimenti religiosi nell’alveo del Cristianesimo che, però, professavano dottrine diverse o contrarie tra loro.

Moneta raffigurante l’Imperatore Costantino (Wikimedia)

Le eresie e la reazione della Chiesa

Sin dalla sua nascita, dunque, il Cristianesimo dovette rapportarsi con diverse inclinazioni religiose. Il IV secolo d.C. è un periodo fondamentale per la neonata Chiesa Cattolica. L’Impero Romano, ormai indebolito politicamente e minato da spinte secessioniste, era a quel tempo caratterizzato da numerosi culti religiosi che coesistevano tra loro. L’Imperatore Costantino (306-337) è ricordato per aver dato credito al Cristianesimo e per aver promulgato nel 313 l’Editto di Milano che garantiva la libertà religiosa nei confini imperiali. Costantino, inoltre, si impegnò per emancipare il Cristianesimo e per sanare quei conflitti dogmatici che laceravano l’unità della Chiesa. Stiamo parlando delle eresie (dal greco haìresis, “scelta”), ovvero di quelle dottrine che si differenziavano dal punto di vista teologico, cristologico o – in generale – dogmatico dalla fede della Chiesa centrale. Nel IV secolo si diffuse rapidamente l’Arianesimo, una concezione religiosa che vedeva Cristo come una creatura di Dio (veniva così meno il principio della consustanzialità tra Dio e Gesù). Fu proprio Costantino a convocare nel 325 un Concilio a Nicea in cui vennero ribaditi i principi basilari del cattolicesimo e venne condannata l’eresia ariana.

Lo scisma nei secoli

Per arginare la minaccia delle eresie che avrebbero potuto condurre ad uno scisma, ossia una frattura in seno alla Chiesa (il verbo greco schizo significa proprio “dividere”) il Concilio di Costantinopoli del 381 rielaborò il “Credo”, la preghierà cardine della fede cristiana, aggiungendo il versetto:

[Credo] la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica

Proprio l’aggettivo “una” sgomberava il campo da possibili frizioni o separazioni nella comunità dei fedeli.

Ciononostante, nel corso dei secoli, la Chiesa Cattolica andò incontro a diversi scismi. Il più celebre resta quello del 1054 quano la Chiesa si divise tra Occidente ed Oriente. Si vennero a creare due sfere d’influenza anche di natura politica, oltreché religiosa: il Papa ad ovest e il Patriarca di Costantinopoli ad est divennero i rappresentati dei nuovi riti (rispettivamente romano e greco).

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