“Dr. House” ci dà una lezione importante riguardo alla procreazione medicalmente assistita

Al centro del dibattito pubblico da anni, la procreazione medicalmente assistita continua a far discutere nel 2o21. Vediamo cosa ha da dirci Dr. House.

Fan dei medical drama, a raccolta: parliamo della serie tv cult Dr. House. Infatti, già nei primi anni 2000, il programma ha portato in scena il tema delle adozioni e della procreazione assistita, attraverso la figura di Lisa Cuddy. Andiamo a scoprire come questo argomento, nel 2021, sia ancora molto ostico per la legislazione italiana.

Lisa Cuddy e la piccola Rachel

La vediamo sempre impegnatissima, ma impeccabile: Lisa Cuddy dirige il Princeton Plainsboro Teaching Hospital alla perfezione. Inoltre, oltre al dottor Wilson, è l’unica persona che riesce a tenere testa all’eccentrico House. Pur non avendo una relazione sentimentale stabile, la Cuddy desidera fortemente un figlio, cosa che la porterà prima a tentare tre inseminazioni artificiali (di cui una fallita a causa di un aborto spontaneo), poi all’adozione. Solamente nella quinta stagione il suo grande sogno verrà coronato: Lisa prende la custodia di Rachel, figlia di una sua giovanissima paziente morta di eclampsia. Come si vede in seguito, la maternità la destabilizza completamente, fino al punto da chiedersi:”Era proprio quello che volevo?“. Fortunatamente, tutto finisce per il meglio, con una Rachel che cresce felice, mentre la Cuddy le tiene la manina pazientemente.

Il corpo femminile come luogo visibile delle diseguaglianze

Se, con l’epoca fascista, il singolo veniva dopo lo Stato, nell’era dell’Italia repubblicana questa relazione si è invertita. Infatti, nella Costituzione sono sanciti i principi personalistico e solidaristico, che danno precedenza alla persona concreta e ai suoi diritti. Lo Stato è vincolato a realizzare la massima tutela degli individui (art.2), facendo valere i diritti di ognuno, assegnati al singolo in quanto tale. L’individuo può decidere e autodeterminarsi riguardo al suo corpo: ce lo ricorda la sentenza 471 del 1990 della Corte Costituzionale: il valore costituzionale dell’inviolabilità della persona nel suo aspetto attivo è la libertà che questa ha nel disporre del proprio corpo; nel suo aspetto passivo, è il diritto del singolo di impedire intromissioni nel proprio corpo (ex artt.3 e 32).

La procreazione medicalmente assistita

In Italia, per anni non c’è stata normativa riguardo a forme di concepimento non tradizionali, principalmente a causa della difficoltà di disciplinare l’aspetto ideologico. Infatti, nel processo riproduttivo, intervengono soggetti portatori di interessi conflittuali fra loro: questo crea diversi problemi, che la legge 104 del 2004 non riesce a risolvere. Sebbene sia riconosciuta dalla Corte Costituzionale come normativa costituzionalmente necessaria, è lesiva della salute della donna. Questa viene considerata solamente come il contenitore del concepito, a scapito, alle volte, del suo stesso benessere. A seguito del tentativo (fallito) del 2005 di abolire la legge attraverso un referendum, la Corte Costituzionale la dichiara illegittima, in quanto contrastante col diritto alla salute, sancito all’articolo 32 della Costituzione. Tra il 2014 e il 2015, si fanno grandi passi avanti in questo senso. Infatti, dal 2014 è illegittimo il divieto di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, inserendosi nel diritto inviolabile della salute della donna e della coppia. Dal 2015, poi, anche le coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche possono accedere alla PMA. Inoltre, è possibile selezionare gli embrioni da portare al termine della gravidanza, nel caso ce ne fossero alcuni affetti da gravi morbi trasmissibili.

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