È nata una stella: le nuove scoperte astronomiche e il catasterismo in letteratura

Sta per accendersi una nuova stella. La recentissima scoperta astronomica testimonia quanto il nostro universo sia in continua trasformazione. Infatti, a 3mila anni luce da noi, una stella “in quiescenza” sta per brillare di una nuova luce.

 

Prima della fine dell’estate la volta celeste potrebbe essere illuminata da un nuovo astro. La stella T Coronae Borealis, infatti, sta dando segni di un risveglio che la porterebbe da uno stato di quiescenza ad uno di “luminosità eccezionale”. Gli astronomi non sono nuovi a notizie di questo tipo e, con gli strumenti moderni, sono in grado di descrivere scientificamente e meticolosamente tali fenomeni. Ma come li spiegavano gli antichi? Analizziamo il catasterismo in letteratura.

Il catasterismo: un elemento letterario erudito

Il termine greco katasterismòs designa la trasformazione di un oggetto, di una persona o di un animale in una stella o in una costellazione. Si tratta di una particolare forma di metamorfosi che, in antichità, ha incontrato una straordinaria fortuna letteraria. Dal punto di vista poetico il catasterismo affonda le sue radici nell’Alessandria d’Egitto dell’età ellenistica (323-31 a.C.). Dopo la dissoluzione dell’impero di Alessandro Magno si crearono numerosi regni ellenistici guidati da famiglie aristocratiche vicine all’élite macedone. In Egitto si insediarono i Tolemei che avviarono una politica culturale ambiziosa e finalizzata a rendere Alessandria la capitale culturale del Mediterraneo (strappando il ruolo ad un’Atene ormai in declino politico). In questo grande progetto ebbe un ruolo privilegiato la letteratura. Si sviluppò una floridissima produzione letteraria con caratteristiche innovative e dirette ad un pubblico circoscritto e colto. Tra queste ricordiamo la brevità dei componimenti (brevitas), l’elaborazione letteraria e la cura dello stile (labor limae) e la scelta di temi di natura erudita. In questo vivace contesto culturale si sviluppo anche una poesia di argomento eziologico, ossia che ricercava le cause (aition in greco significa proprio “causa”) all’origine di particolari culti, tradizioni, aspetti culturali. Il catasterismo s’inserisce proprio in questo aspetto e cerca di rispondere alla domanda: come è nata una determinata stella o una particolare costellazione?

L’Orsa Maggiore, una delle costellazioni più famose (Wikimedia)

Callimaco, Catullo e la Chioma di Berenice

Siamo in pieno III secolo a.C. quando il poeta alessandrino Callimaco inserisce all’interno dei suoi Aitia (una raccolta poetica di natura eziologica) il racconto della Chioma di Berenice. Noi possediamo il componimento in frammenti ma possiamo desumerne il senso generale grazie al carme 66 di Catullo che costituisce un’imitazione del precedente callimacheo. Berenice è la moglie del re d’Egitto Tolomeo III: la donna, per ingraziarsi gli déi e propiziare il ritorno del marito incolume da una spedizione militare, fa voto di consacrare alla divinità una sua ciocca di capelli. Quando la ciocca scomparve in modo misterioso l’astronomo di corte Conone riferì che i capelli della regina si erano tramutati in una nuova costellazione, secondo il fenomeno del catasterismo. Callimaco prima e Catullo poi nobilitarono la vicenza mediante lo strumento poetico. Nella traduzione operata da Catullo è la ciocca di capelli stessi a prendere la parole e a raccontare la sua incredibile esperienza:

quello stesso Conone
scorse nella luce celeste
me, chioma staccata dal capo di Berenice,
chiara, lucente chioma che lei promise
a molti dèi, tendendo soavi le braccia,
quando il re, ora potente per le nuove nozze,
partì per devastare le terre degli Assiri

Moneta di Giulio Cesare divinizzato recante su un lato una stella cometa (Wikimedia)

Giulio Cesare diventa una stella

Anche nel mondo romano abbiamo testimonianze di catasterismi. Quello più celebre riguarda Giulio Cesare (100-44 a.C.). Il biografo latino Svetonio, infatti, racconta che dopo la sua morte (avvenuta per una congiura consumatasi alle Idi di marzo del 44 a.C.) lo stato organizzò dei giochi pubblici, per volere di Augusto, per celebrarne degnamente la memoria. Infatti, durante queste cerimonie

una stella cometa (stella crinita) rifulse per sette giorni di seguito, sorgendo un’ora prima di notte, e si credette che fosse l’anima di Cesare accolto in cielo: è per questo che sulla sommità della sua statua è aggiunta una stella.

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