Face App cambia i connotati dei volti di personaggi famosi e non, ma è la trasformazione giovane-vecchio a riscuotere più successo. Ne abbiamo davvero bisogno?
Sono le reti neurali che negli ultimi anni rivoluzionano la tecnologia, con un’attenzione particolare nel campo dell’editing delle immagini. Rispetto ad altre app affini, Face App modifica il contenuto delle immagini reali lasciando intatto il fotorealismo e creando una rappresentazione di come saremo o saremmo potuti essere. Spopolano sul web immagini di persone invecchiate in un click che si riconoscono nei propri genitori o nonni. Oltre la moda tecnologica, prepararsi a vivere la vecchiaia è un passo psicologico importante.
Un’App che modifica i volti
Face App non compete con grandi applicazioni di editing, ma si concentra su quattro modifiche istantanee che esegue alla perfezione. Se serve aggiungere un sorriso o togliere qualche ruga di troppo ci pensa l’app in un click, così come soddisfa la nostra curiosità riguardo i nostri prossimi 30-40 anni e se fossimo nati di sesso opposto. È un’intelligenza artificiale ad analizzare le foto e apportare modifiche, il risultato non è reale ma colpisce tutti con il suo estremo realismo.
Invecchiamento biologico e psicologico
L’invecchiamento biologico inizia dai vent’anni in poi ed è un processo lento e abbastanza graduale, ma non sempre coincide con quello psicologico. Abbiamo bisogno di sentirci realizzati e aver compiuto scelte di vita verso la stabilità per entrare nella vecchiaia. La chiave dell’invecchiamento psicologico è nelle azioni: un anziano non fa più le cose che faceva da giovane. Oltre alla genetica, l’educazione, lo stile di vita e il benessere, da non sottovalutare sono i fattori sociali. La mancata funzionalità percettiva tipica dell’anziano è compensata spesso da altri fattori e dall’integrazione con altre conoscenze: un ambiente stimolante non può che aiutare. Comunicazione e motivazione attivano la memoria ed evitano dei picchi di depressione negli anziani che hanno sempre più bisogno delle relazioni affettive per sentirsi ancora parte della società e non abbandonati a se stessi.
Sentirsi giovani per tutta la vita
Solo chi contrasta l’invecchiamento può ritenersi non colpevole. L’abbandono di comportamenti giovanili causa l’invecchiamento spesso prematuro rispetto al corpo. Badate bene non parliamo di portare le minigonne (molto mini) o di giocare ai videogiochi a sessant’anni. L’abbandono di azioni è collegato alle famose parole più o meno inconsce del “mai più”. E, anche in questo caso, ci discostiamo dai casi in cui il fisico e le esigenze reali non sono più quelli di una volta. Uno sportivo a fine carriera non dice mai più allo sport del cuore, magari si avvicina al ruolo di allenatore o manager sportivo. Parliamo di una scelta personale legata ad alibi che creiamo per noi stessi. Vi siete mai chiesti come prendete le decisioni? Forse la vecchiaia è davvero legata al sentirsi vecchi.
Face App ci pone di fronte la realtà
Face App ci pone di fronte a un dilemma esistenziale: a cosa serve vedere come saremo tra 30 anni? Una buona pianificazione va a compensare l’angoscia che un tuffo nel futuro inevitabilmente porta. Gli esseri umani si proiettano al futuro in modo flessibile immaginando esiti, sensazioni e immagini. Costruirci un’idea di ciò che sarà ci permette di prendere decisioni con più tranquillità e vedere come saremo – con Face App – ci prepara ad affrontare allo specchio qualche ruga di troppo. L’invecchiamento è un progetto da costruire, non un percorso a tappe stabilite e contrastare i numerosi stereotipi legati all’età è il primo passo per evitare solitudine e isolamento.
Francesca Morelli