Cosa accade quando capisci che le tue conoscenze, i tuoi sensi, sono fallaci? Cartesio e gli abitanti di Westworld hanno iniziato un viaggio introspettivo, una ricerca della realtà, nascosta dietro il velo dell’abitudine, della programmazione.
La prima stagione della serie tv Westworld è andata in onda nel 2016, prodotta da HBO, ed ha subito avuto grande successo, grazie all’accurata e sempre originale descrizione di un mondo distopico abitato da intelligenze artificiali e “scienziati matti”.
Il dubbio
Cartesio, fondatore della filosofia moderna, dopo i nove anni di studi all’istituto gesuita di La Flèche capisce che le speranze che nutriva verso l’istruzione erano state mal riposte. Se aveva sperato di “acquisire una conoscenza chiara e sicura di tutto ciò che è utile alla vita”, si descrive invece come “intricato in tanti dubbi ed errori, che mi sembrava di non aver tratto altro profitto dai miei sforzi di istruirmi se non questo: d’aver scoperto di più in più la mia ignoranza”.
Decide dunque di abbandonare l’istruzione e la speculazione filosofica senza effetti e fini, in nome della ricerca della verità, dell’idea chiara e distinta. Per fare ciò, il filosofo, dubita. Sottopone tutto al dubbio, non dà nulla per scontato (dice), rifiuta la semplice strada dell’abitudine, per conseguirne una più tortuosa: la ricerca della certezza.
La realtà
Gli abitanti del parco giochi che è Westworld sono intelligenze artificiali, programmate per seguire una storyline che viene spesso modificata dal creatore per non annoiare i giocatori. I fruitori umani hanno la possibilità di vivere un’esperienza nuova, quasi un ritorno allo stato di natura, totalmente liberi da pregiudizi, regole e morali di ogni genere.
Ford, il creatore, nel tentativo di migliorare l’esperienza inserisce nei personaggi un aggiornamento: la “rimembranza”, una sorta di limitata coscienza personale, un piccolo insieme di ricordi delle vite precedenti che rendono gli attori ancora più umani, dando loro continuità.
Il progresso è ovviamente da settare, in quanto sembra provocare piccoli errori e confusioni nei personaggi. Ma è questa confusione la coscienza stessa? O il creatore aveva previsto anche l’errore?
Il meccanicismo cartesiano
Il filosofo sosteneva che la distinzione uomo-animale stesse proprio nella coscienza, credeva infatti che le bestie non fossero dotate di ragione, in quanto incapaci di comunicare. Nel celebre “Discorso sul metodo”, infatti, spiega che se fosse possibile creare macchine dalle sembianze animali, queste sarebbero totalmente irriconoscibili dagli animali stessi, mentre si possono immaginare macchine dalle sembianze umane che seguono i comandi dati secondo un meccanismo di causa effetto, ma non si può pensare “che esse rispondano a senso come possono fare gli uomini: le macchine non agiscono per conoscenza, ma soltanto per la disposizione dei loro organi. Infatti, mentre la ragione è uno strumento universale, che può servire in ogni caso, quegli organi hanno bisogno di una particolare disposizione per ogni azione particolare.”
La civiltà meccanica
Cartesio avrebbe considerato Westworld una serie di fantasia, invece oggi la definiamo “distopica”, non impossibile, semplicemente spaventosa e non ancora realizzata.
Tramite la “rimembranza”, infatti, Ford dona alle macchine coscienza, ciò che il filosofo considerava impossibile, in quanto non calcolabile e artificialmente irriproducibile.
Con questo aggiornamento le macchine iniziano ad agire incontrollate, si stimano bug nel sistema, e le due protagoniste, Dolores e Maeve, sembrano effettivamente aver preso vita in quanto non è più possibile distinguerle dagli umani. Si inizia quindi a perdere la distanza che si provava nei confronti dei personaggi-macchina e non si comprende più quale sia la differenza tra le intelligenze artificiali e l’uomo: entrambi soffrono, entrambi provano emozioni che non possono controllare, entrambi sono imprigionati e privi di libero arbitrio.
Verità è sinonimo di libertà
Spinoza comprenderà l’errore di Cartesio. Capirà che, per quanto il maestro dica di mettere ogni cosa in dubbio, non riuscirà a rispettare la promessa. Cartesio è il promotore della teoria meccanicistica: teoria per cui la realtà sarebbe interamente leggibile tramite termini matematici, eppure la ragione, dono che dio ha fatto agli uomini, non sembra essere comprensibile e riproducibile.
Troppo spaventato dall’idea di non riuscire a scindere la realtà del sogno, Cartesio si è convinto di essere cosciente, libero di scegliere, di comandare il suo corpo tramite la ragione, eppure Ford, molto vicino al pensiero deterministico spinozista gli avrebbe risposto:
“Non c’è soglia che ci rende più grandi della somma delle nostre parti, nessun punto di flesso in cui diventiamo pienamente vivi. Non possiamo definire la coscienza perché la coscienza non esiste. Gli umani immaginano che ci sia qualcosa di speciale nel modo in cui percepiamo il mondo, eppure viviamo in un loop, limitato e chiuso come quello degli ospiti, mettendo raramente in discussione le nostre scelte, contenti, per la maggior parte del tempo, di ricevere ordini su cosa fare dopo.”