Tra le righe di “Her” si legge un messaggio profondissimo, che ci riporta al significato di paradigma scientifico e dei risvolti che questa parola implica nella nostra storia.
Partendo da Copernico, passando per Darwin, Kuhn ed Einstein, si può ripercorrere non tanto la storia “biologica” dell’umanità, quanto più le due vicende più intime, dominate dalle passioni, dalla sensazione di protagonismo, fino alla paura. Attraverso questo lungo tragitto incontreremo soprattutto questa paura, questa insicurezza che da una parte ci ha ridimensionato ad animali, a punti insignificanti della realtà, e dall’altra ci ha spinto al successo nella infinita lotta per la sopravvivenza della nostra specie. L’inizio di questa autostrada dell’evoluzione umana è un film, precisamente Her, dal cast d’eccezione e una trama futuristica talmente originale da farci emozionare con la tecnologia. Una tecnologia sfrenata che può farci dubitare persino della nostra selettività sentimentale. Fino a che punto possiamo spingerci al di là del nostro essere animali? Ma soprattutto dove ci conduce la via che termina oltre i nostri limiti?
Joaquin Phoenix oltrepassa il limite dei sentimenti umani
Il protagonista del film, interpretato da un eccezionale Joaquin Phoenix, vive da solo nella sua casa del futuro. Oggetti parlanti, videogiochi interattivi praticamente reali, intelligenze artificiali che si occupano di ogni commissione. L’ultima incredibile novità del momento è un programma che supera di gran lunga qualsiasi altra tecnologia. Si tratta di un’intelligenza artificiale dai processi cognitivi praticamente uguali a quelli umani. Per di più parliamo di programmi capaci di provare emozioni. Nasce a questo punto una vera storia d’amore tra il nostro protagonista e il suo programma personalizzato, che hanno addirittura rapporti sessuali per via “cerebrale”. Questa vicenda, che si trasforma in un rapporto incredibilmente profondo, viene ostacolata da tutte le incompatibilità possibili e immaginabili tra intelligenze artificiali ed esseri umani, fino a chiudere tragicamente l’amore tra i due.
La storia dell’uomo passa attraverso i paradigmi scientifici
Non solo l’ambientazione futuristica del film, ma soprattutto questa dialettica tra uomo e tecnologia (dialettica che viene portata alle estreme conseguenze) ci fanno riflettere su un concetto fondamentale nella storia della filosofia. Stiamo parlando del paradigma scientifico. Per definire questo termine si fa di solito riferimento a Kuhn, che lo concepisce soprattutto nel suo risvolto sociale. Un paradigma scientifico è uno staus dell’umanità. Ad esempio il sistema solare concepito da Copernico rappresenta un punto di svolta per la storia dell’umanità, che segna, insieme ad altri fattori politici e religiosi, il passaggio all’età moderna. Il fatto che all’uomo non sia più riservato un posto al centro dell’universo rappresenta la crisi dell’elezione dell’essere umano su tutto gli altri animali da parte di Dio. Più avanti, nell’Ottocento, Darwin conduce una ricerca sull’evoluzione delle specie e ridimensiona quella umana al pari di tutte le altre, proponendo un antifinalismo schiacciante. La relatività di Einstein rigetta nel dubbio e nella consapevolezza della propria ignoranza tutta la comunità del Novecento. Si tratta di eventi traumatici, in continua dialettica tra il progresso e la frustrazione, tra la possibilità di conoscere e il ridimensionamento del potere umano. Il paradigma scientifico, in breve, potrebbe definirsi come lo scarto tra il modo che avevamo di concepire noi stessi prima e quello in cui siamo costretti adesso.
Il paradigma scientifico ci riconduce alla potenzialità dell’impotenza
Her ci propone proprio uno scenario del genere, un nuovo paradigma scientifico, in cui la nostra specie si confronta con qualcosa di tanto simile quanto diverso da lei. Si raffigura una realtà completamente mutata, in cui si modifica la considerazione dei rapporti umani, a tal punto che una storia d’amore può nascere anche con qualcuno che fondamentalmente non esiste. Qual’è il nostro ruolo in questo dramma tragicomico? Come possiamo definiti rispetto a ciò che è diverso da noi? La storia in qualche modo viene segnata periodicamente dal mutare dei paradigmi scientifici, che man mano ci fanno diventare sempre più piccoli, sempre più consapevoli del poco valore che ci è stato assegnato nell’ecosistema della realtà. L’insegnamento più grande che dovremmo trarne forse è proprio questo, la maggiore coscienza della nostra impotenza, che diventa così incredibile potenzialità.