Film che ha accompagnato l’infanzia di molti, ma quanto di biologicamente corretto c’è?
La storia raccontata da questo lungometraggio Pixar ha incantato generazioni e ha fatto sia ridere che piangere, ma teoricamente in natura le cose sarebbero andate diversamente tra Nemo e suo padre Marlin.
Scopriamo qualcosa in più su questa specie di pesci
La sottofamiglia degli Amphiprioninae è quella che contiene i pesci che in maniera comune sono definiti pesci pagliaccio oppure anche pesci anemone. La specie rappresentata nel film “Alla ricerca di Nemo” è Amphiprion ocellaris. La definizione di pesce pagliaccio è facilmente associabile al fatto di possedere delle livree con colori estremamente accesi e vivaci che prevedono un’alternanza di rosso/arancio e bianco, che ricordano subito i colori del trucco di un pagliaccio da circo. Questa specie inoltre ha instaurato un rapporto di simbiosi mutualistica con le anemoni di mare, lato sottolineato in maniera divertente anche nel film. Le anemoni sono dotate di tentacoli altamente urticanti che oltre a proteggere da predatori, direzionano gli avanzi di eventuali prede come fonte di nutrimento per i giovani avannotti di Amphiprion ocellaris. Anche per questo i pesci pagliaccio popolano quasi tutte le barriere coralline del globo.
Cosa c’è di biologicamente errato nel film?
I pesci pagliaccio hanno un’organizzazione sociale molto particolare, infatti c’è una gerarchia a dominanza matriarcale. A capo del gruppo c’è solo una femmina il cui compagno maschio è l’unico maturo dal punto di vista sessuale, al contrario di tutti gli altri componenti del gruppo, che invece sono immaturi. Nel momento in cui muore la femmina, il maschio maturo sessualmente cambia sesso, diventando a sua volta femmina e facendo procedere di un passo la gerarchia; quindi avremo un nuovo maschio sessualmente maturo, destinato a diventare anch’esso femmina in caso muoia la matriarca corrente. Questo significa che teoricamente nel film “Alla ricerca di Nemo”, alla morte di Coral, la mamma del piccolo Nemo, Marlin, che rappresenta l’unico maschio sessualmente maturo, sarebbe dovuto diventare una femmina e accoppiarsi con un nuovo maschio per il perdurare della specie.
Come funziona una riproduzione così strana?
I pesci pagliaccio sono ermafroditi proterandrici, significa, innanzitutto che possiedono entrambi gli apparati riproduttori e che negli individui giovani si vanno a sviluppare prima le gonadi maschili, che poi vanno ad atrofizzarsi parzialmente e poi inizia lo sviluppo di gonadi femminili. La deposizione delle uova da parte della femmina avviene su un substrato ben pulito e reso leggermente adesivo. Dopo la deposizione il maschio si occupa di fertilizzare le uova, di mantenerle in salute e di proteggerle da eventuali attacchi da parte dell’anemone, con la quale i futuri pesci adulti non hanno ancora instaurato una simbiosi. Si è anche rilevato che molto spesso maschio e femmina per difendere le proprie uova emettono dei suoni molto stridenti per allontanare qualsiasi tipo di pericolo.
Di sicuro è abbastanza sconvolgente scoprire questo aspetto così particolare della biologia dei pesci pagliaccio. A parte questo aspetto, d’altro canto, il film Pixar è accurato nella descrizione delle barriere coralline e delle diverse specie ittiche e non solo, che colonizzano gli oceani.