Il progetto “Capodimonte da Reggia a Museo” ci fa riscoprire la storia di Napoli

Dal 7 giugno inizia la mostra ‘Capodimonte da Reggia a Museo. Cinque secoli di capolavori da Masaccio a Andy Warhol’.

Sarà ospitata presso la Reggia di Venaria fino al 15 settembre, arricchendo il suo percorso espositivo con La Flagellazione di Cristo di Caravaggio.

Le opere

Michelangelo Merisi da Caravaggio, uno dei pittori più rivoluzionari del periodo barocco, ha trascorso un periodo significativo della sua vita a Napoli. Questa fase della sua carriera è fondamentale per comprendere l’evoluzione del suo stile e l’impatto duraturo sulla scena artistica napoletana. Proprio la Flagellazione di Cristo completa l’esposizione con un allestimento apposito, dedicato al capolavoro del grande pittore lombardo. Il dipinto, manifesto dell’ultima maniera di Caravaggio, è stato realizzato nel 1607 durante il primo soggiorno napoletano del Maestro per la chiesa di San Domenico Maggiore, dove è stato esposto fino al 1972 quando, per motivi di sicurezza, è stato trasferito al Museo di Capodimonte che ne detiene la custodia.  La mostra, allestita nelle Sale delle Arti della Reggia, espone oltre sessanta capolavori provenienti dalle collezioni artistiche di Capodimonte, che annoverano i più grandi maestri della storia dell’arte: da Masaccio a Parmigianino.

Croce e Napoli

Benedetto Croce, uno dei più influenti filosofi e storici italiani del XX secolo, ha dedicato parte dei suoi studi alla cultura e alla storia di Napoli, sua città natale. Uno dei temi trattati da Croce è il teatro napoletano, un aspetto fondamentale della vita culturale della città. Napoli, con la sua storia millenaria, ha sempre avuto una vivace tradizione teatrale. Durante il XVII e XVIII secolo, Napoli era una delle capitali culturali d’Europa, e il teatro era uno dei principali intrattenimenti della città. La vivacità teatrale di Napoli rifletteva la sua complessità sociale, con rappresentazioni che variavano dal teatro popolare delle commedie dell’arte ai grandi drammi seri. Croce, nel suo saggio “I Teatri di Napoli”, esplora la storia del teatro napoletano con un approccio che combina la storia culturale con la critica letteraria. Egli analizza non solo le opere e gli autori, ma anche il contesto sociale e politico in cui il teatro si sviluppò.

Sanseverino e Napoli

Tra la fine del XV e la prima metà del XVI secolo, nel Mezzogiorno continentale una
decina di grandi Famiglie, tra cui i Sanseverino, concentrarono nelle proprie mani
numerosi complessi feudali, costituendo un vero Stato nello Stato. I Sanseverino nel
panorama della nobiltà meridionale, arrivarono a controllare circa 300 feudi, 40 contee, 9 marchesati, 12 ducati e 10 principati distribuiti tra Campania, Calabria, Basilicata e Puglia.Prezioso fu il prelievo fiscale garantito da questi possedimenti: solo dalle gabelle di Salerno, Basilicata e Calabria si ricavavano oltre 7.000 ducati. Tornando alla vita culturale del Mezzogioeno, Benedetto Croce individuò nella figura di Ferrante Sanseverino un ruolo cruciale nella vita culturale del Regno di Napoli, all’interno di una trama fitta di rapporti tra letterati, accademie e prime prove teatrali condotte tra Siena e Napoli.

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