Il ruolo della creatività nell’era dell’Intelligenza Artificiale musicale: un’armonia dissonante

Il produttore Corrado Rustici ci spiega i pericoli dei lavori creativi nel suo libro “Breviario del produttore artistico”.

Nell’estratto del libro uscito proprio questo sabato intitolato “Breviario del produttore artistico”, Corrado Rustici esprime il suo disincanto riguardo al sogno della creatività illimitata resa possibile dalla tecnologia che si è trasformato in un vero e proprio incubo. Rustici sottolinea che, nel mondo della musica, l’idea di democrazia è puramente illusoria.

LA VISIONE DI RUSTICI: LA TECNOLOGIA NUOCE GRAVEMENTE ALLA MUSICA

Rustici ci spiega come il ruolo e l’importanza del produttore musicale sono strettamente legati all’evoluzione della tecnologia nel tempo. Le nuove tecnologie hanno sempre influenzato la creazione artistica, sin dall’invenzione del pianoforte, che ha rivoluzionato la musica occidentale. L’introduzione dell’elettricità alla fine del XIX secolo ha consentito la duplicazione delle esecuzioni e successivamente l’amplificazione degli strumenti. La registrazione e la duplicazione hanno plasmato profondamente la musica prodotta oggi.
La tecnologia di registrazione ha valorizzato il ruolo del musicista professionista. Attraverso macchinari di registrazione e duplicazione, molti musicisti hanno ottenuto celebrità e prosperità nel corso del secolo.
La diffusione della musica è pervasiva: si ascolta nei film, nelle pubblicità, nei ristoranti, sul web e ovunque ci sia uno smartphone. Con l’avvento di internet, giovani artisti creativi stanno sviluppando un approccio interattivo e multidisciplinare alla produzione musicale. Questo riflette un cambiamento storico che cerca di unire e superare le tradizionali barriere linguistiche e disciplinari per esprimere nuove visioni artistiche. Lo streaming e il download di musica sono solo la manifestazione tangibile di questa filosofia, riflettendo un mondo sempre più connesso, in cui i cambiamenti culturali, sociali, politici, spirituali e artistici avvengono a una velocità crescente.
Nel contesto della musica popolare, ciò che un tempo rappresentava una disciplina basata sulla ricerca, sulla profondità emotiva e sulla diversità artistica è diventato un’industria votata alla superficialità. Piuttosto che costruire, si assiste a una continua decostruzione, con un’attenzione minima ai contenuti e una predominanza del rumore.

UN NUOVO ATTORE NEL PANORAMA MUSICALE

Negli ultimi anni è apparso sulla scena un nuovo attore, che sfida i paradigmi tradizionali e rimodella il tessuto dell’espressione musicale: l’intelligenza artificiale (IA).
Con l’avanzare dell’era digitale, la fusione tra le due è diventata un fenomeno entusiasmante e trasformativo. Dalla composizione e produzione alla curatela e alla distribuzione, le tecnologie di intelligenza artificiale permeano tutti gli aspetti del ciclo di vita della musica, offrendo opportunità senza precedenti e domande inevitabilmente impegnative.
Il discorso sulla creatività umana e come questa possa essere limitata dall’IA soprattutto nei lavori artistici fa parte di un dibattito etico più che aperto, anzi si potrebbe dire praticamente ai suoi albori, dal quale è difficile divincolarsi. Ci sono preoccupazioni sull’erosione del ruolo dell’artista come creatore unico e irripetibile. Alcuni temono che l’IA possa sostituire l’elemento umano nella creazione artistica, portando a opere standardizzate e prive di profondità emotiva.

IL DEEPFAKE MUSICALE: IL CASO DRAKE E THE WEEKND

Ghostwriter977, l’utente Tik Tok che si è servito delle voci sintetiche di Drake e The Weeknd per farci una canzone

Grazie allo sviluppo delle tecniche di sintesi vocale, la precisione delle canzoni deepfake è notevolmente migliorata e oggi sono quasi indistinguibili dalle canzoni originali. Per deepfake si intende la tecnica per la sintesi dell’immagine e della voce umana basata sull’intelligenza artificiale, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico. È per questo che sempre più cantanti e artisti, quindi case discografiche, hanno avviato una vera e propria lotta contro questo tipo di contenuti. Tuttavia, potrebbe essere arrivato un punto di svolta inaspettato: sembra che l’ostilità del settore nei confronti di queste tecnologie stia finendo e Google e Universal Music vogliano fare proprio l’uso autorizzato dell’intelligenza artificiale aumentando i ricavi derivanti dall’industria musicale.Attualmente sono in corso trattative tra Alphabet Google e la più grande casa discografica mondiale, Universal Music, per quanto riguarda l’utilizzo di voci e cataloghi artistici nella scuderia dell’etichetta stessa.
L’emergere dell’intelligenza artificiale generativa ha coinciso con un aumento significativo di questi brani “non originali”, dove gli algoritmi imitano in modo convincente i suoni, i testi e gli stili di artisti affermati, spesso – se non sempre – senza il loro consenso.Una forte reazione è stata innescata dai casi di Drake e The Weeknd: dopo il notevole successo in streaming delle loro “imitazioni” create con l’IA, entrambi gli artisti hanno richiesto e ottenuto la rimozione delle tracce che li emulavano, tra le quali compariva proprio “Heart On My Sleeve”, che vedeva i due artisti canadesi collaborare sullo stesso brano dopo 10 anni.“Heart On My Sleeve”, rilasciata intorno all’aprile del 2023, è stata al centro di un tornado mediatico in quanto i numeri di ascolti raggiunti tra tutte le piattaforme streaming avevano portato l’amministratore delegato della National Academy of Recording Arts and Sciences Harvey Mason, Jr. a considerarla per una candidatura ad addirittura due grammy: “Miglior canzone rap” e “Miglior canzone dell’anno”.
La risposta mediatica ha costretto lo stesso Harvey Mason, Jr. a tornare indietro sui suoi passi, dichiarando che la canzone non poteva essere eletta per uso improprio di voci di artisti inconsapevoli.

LA QUESTIONE ETICA

L’etica emerge come un elemento fondamentale nell’esplorare le potenzialità dell’intelligenza artificiale nel contesto della musica. È essenziale trovare un equilibrio tra l’accesso aperto a queste potenti risorse creative e la responsabilità di preservare l’autenticità e il rispetto per l’arte. La discussione continua sul ruolo dell’IA nella musica non solo solleva domande su come guidare questa rivoluzione, ma anche su come proteggere gli artisti e mantenere un legame autentico tra il creatore e la sua opera.
Attualmente, non esistono soluzioni definitive a questo dilemma etico. Tuttavia, un punto di partenza potrebbe essere la trasparenza sull’uso dell’IA e l’attribuzione chiara dei diritti agli autori, sia umani che algoritmi. Inoltre, diventa chiaro che l’educazione del pubblico è fondamentale. Gli ascoltatori devono essere in grado di distinguere tra un prodotto generato dall’IA e un’opera artistica autentica. Solo attraverso una comprensione informata e consapevole, gli ascoltatori potranno apprezzare appieno il contributo dell’IA nel contesto musicale, garantendo allo stesso tempo il rispetto per l’arte e la creatività umana.

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