Il sistema fiscale del Tardo Medioevo: una scacchiera usata per la corretta riscossione delle tasse

Attraverso una semplice scacchiera, analizziamo come nel Tardo Medioevo si raccoglievano le tasse in alcune zone d’Europa.

Nonostante una provenienza molto incerta, si presume che gli scacchi siano nati in India nel VI secolo per poi approdare in Europa intorno al 1000. Curioso è vedere come una scacchiera venisse utilizzata, nel Tardo Medioevo, come strumento per una corretta riscossione delle tasse.

L’approdo in Europa degli scacchi

Abbiamo detto che il gioco degli scacchi, secondo l’idea prevalente oggigiorno, sia approdato in Europa intorno al XI secolo. Questa supposizione risulta essere la più plausabile per via del fatto che, intorno a quegli anni, il mondo si stava sempre più interconnettendo. Tuttavia, parlare di globalizzazione è ancora un po’ acerbo, in quanto gli storici sono concordi nel riconoscere la prima intorno al 1500, con le scoperte geografiche oltreoceano. Nonostante questo, gli scambi tra Occidente ed Oriente iniziavano ad essere più vivaci che mai, ed oltre a prodotti alimentari e beni di prestigio, è probabile che anche le due culture cominciassero a venire in contatto. Con questo possiamo, forse, giustificare l’approdo del gioco degli scacchi in Europa in quel periodo.

La ricomparsa delle tasse

Veniamo ora ad una tematica apparentemente scollegata dal tema appena trattato, ma che nel Tardo Medioevo trova un suo riferimento. Con la fine dell’Impero Romano le tasse erano scomparse in Europa. L’Impero Carolingio basava, infatti, la sopravvivenza del Regno sui propri beni fondiari. Con la caduta di quest’ultimo, i vari Regni europei ricominciarono a tassare i propri sudditi, dapprima con i signori, principi e re attraverso la riscossione di semplici tasse locali, per poi arrivare intorno al 1150 ad un’organizzazione sempre più simile ad un vero e proprio sistema di tassazione. Inizialmente, solamente i sudditi dovevano pagare moneta, poi, con il passare del tempo, anche i ricchi vennero coinvolti. Con l’affermazione di tale sistema, più uno era ricco più doveva versare soldi al Regno. Nel Duecento si diffuse in Italia la pratica dell’estimo, nientemeno che un conteggiatore di tasse proporzionato al patrimonio posseduto da ciascun individuo.

Il dialogo della scacchiera

La riscossione delle tasse era affidata a degli ufficiali incaricati dal Regno. Tuttavia, bisognava assicurarsi che questi riscuotessero il giusto, senza prendere mazzette e fare favoritismi. Il sistema doveva essere quindi regolare e funzionale. Nel tentativo di risolvere tali problemi, nel 1179 comparve il primo manuale legato al funzionamento dell’ufficio centrale incaricato di raccogliere le tasse: Il dialogo della scacchiera. All’interno di esso, si spiegava che per capire quante monete dovevano essere versate, bisognava usare una scacchiera ed impilare le monete. I soldi dovevano corrispondere a quelli previsti in modo da assicurare la correttezza della riscossione. Poi, con il passare degli anni, le cose cambiarono e gli ufficiali iniziarono a girare con pergamene e il conteggio di tutte le spese già eseguito, però, inizialmente, per una corretta riscossione delle tasse nel Tardo Medioevo, una semplice scacchiera risultò essere di fondamentale importanza.

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