Ishiro Honda e Gunther Anders: la bomba atomica che diventa macchina assoluta

Oggi vedremo in che modo il capolavoro di Honda e le riflessioni di Anders si intersecano e in che modo quest’ultime siano in continuità tra di loro.

In che modo la filosofia e l’arte hanno recepito i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki? Andiamo a vedere i principali esponenti, uno della filosofia e uno del mondo cinematografico, che hanno riflettuto in maniera originale e profonda sull’evento che sancisce la fine del secondo conflitto mondiale.

Il mostro nato dalle radiazioni

Nel 1954 esce per la prima volta uno dei film che rimarrà fossilizzato nella storia del cinema giapponese e mondiale: Godzilla. La pellicola, diretta da Ishiro Honda, fa subito un gran scalpore tanto da far fuggire i giapponesi dalle sale e riesce a salvare, assieme al film “I 7 samurai”, la Toho dal collasso. Essa verrà pesantemente ritrattata dagli americani a causa delle tematiche del film che denunciano i due attacchi nucleari di Hiroshima e Nagasaki e l’incidente della Lucky Dragon No 5. La trama del film non è molto complessa: al largo del Giappone un peschereccio scompare misteriosamente e, dopo aver liquidato in fretta il caso dando la colpa a delle mine, un’enorme creatura attacca una piccola cittadina durante la notte mandando tutti nel panico. La mattina successiva si viene a conoscenza della terribile creatura e si iniziano a cercare le sue origine e la maniera in cui abbatterla. Dopo aver teorizzato la possibile correlazione tra la bomba atomica e il mostro, si teorizza che Godzilla sia un dinosauro che dormiva nel fondale marino e in seguito agli esperimenti nucleari ne ha assorbito le radiazioni diventando grande, forte e capace di sputare raggi di calore. Verso la fine del film il mostro si dirige verso Tokyo facendola diventare un cumulo di macerie e fiamme. A partecipare all’attacco vi sarà l’entrata in gioco della oxygen destroyer, un’arma fittizia creata dallo scienziato Serizawa, la quale è abbastanza potente per uccidere il mostro ma assieme ad esso morirà anche lo scienziato stesso per sua volontà dato che un’arma del genere potrebbe fare danni nelle mani dell’umanità. È intuibile che il mostro sia una enorme metafora del nucleare. Quest’ultimo, secondo alcune interpretazioni, rappresenta gli Usa che utilizzano il nucleare, il raggio di calore del Godzilla, per distruggere tutto e mettere il paese in ginocchio. Il mostro rappresenta la furia del nucleare che non guarda in faccia nessuno, ammazzando chiunque si trovi sul suo cammino. Il film mostra chiaramente la devastazione che l’arma ha portato nel paese del sol-levante mostrandone anche gli effetti: bambini che vedono le loro madri morire, madri intimanti ai loro figli che presto si ricongiungeranno con il loro padre defunto, cori di persone che pregano per tutte le vittime. Il film ci mostra la devastazione che una tale arma ci può fare e ricorda la costante minaccia di essa.

La macchina assoluta

Anders è considerabile uno dei geni del ‘900. Allievo di Heidegger e sfuggito ai campi di concentramento; egli ritornerà in Austria, senza mai tornare in Germania, dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Cambiò addirittura il proprio cognome da Ernst ad Anders (che tradotto dal tedesco vuol dire “Altro”). La filosofia di Anders è considerabile una filosofia della tecnica. Si concentra moltissimo sulla questione della tecnica portando avanti dei concetti molto originali e profondi. Uno dei temi su cui si concentra di più, quasi a livello ossessivo, è proprio il tema della bomba atomica.

Il filosofo tedesco parla della bomba atomica come della macchina assoluta: un oggetto abnorme, sui generis. Egli parla di questo oggetto come si parlerebbe di Dio: per via negationes (descrizione di cosa un ente non è, di solito utilizzata in teologia).

  • La bomba non è un mezzo: nel concetto di mezzo è insito il concetto di scopo. Egli dovrebbe sparire, come mezzo, nel raggiungimento del suo scopo ma non è così in quanto c’è una eccedenza che trascende tutte le limitazioni.

Ogni scopo pensabile per questo ordigno finirebbero per essere travolti dall’onda di devastazione prodotta da essa.

Possiamo dire anche che la bomba è continuamente impiegata, non intesa con il fatto delle radiazioni. Nella stessa essenza della bomba si trova questa caratteristica che si manifesta sotto due determinazioni fenomenologiche

  1. Potere di ricatto che la bomba esercita: la presenza di una tale potenza è talmente pura e assoluta che minaccia tutti gli esseri umani.
  2. Dismisura in senso spaziale: deflagrazione nucleare; la bomba è la prima e ultima macchina che non è sperimentabile, non avendo limiti spaziali egli colpisce tutti contemporaneamente.

Anders con lo scoppio della bomba ci vuole far notare che oramai questa macchina è al di là della storia; si pone come iniziatore di una nuova era dove si mettono in crisi alcuni concetti, tra cui quello di risorsa.

L’onnipotenza e onnipresenza di Godzilla

Come si può notare: troviamo delle analogie importanti tra il pensiero di Anders e i temi trattati dal film di Honda. Il film incarna perfettamente il senso di macchina assoluta, in questo caso simboleggiato da un essere vivente capace di mandare a frantumi una città con poco sforzo. Godzilla è un essere senza limiti, un essere assoluto in quanto non limitato da nulla. Il dinosauro radioattivo non è arrestabile da nessun apparecchio umano in quanto ogni macchina umana è inferiore ad esso. Durante il film vediamo il tentativo di utilizzare tutta l’energia del Giappone per fermare il mostro ma fallendo miseramente. La sua superiorità incontrastata su qualsiasi apparecchio umano ci fa intendere che l’uomo non è capace di controllare la bomba ma, anzi, è la bomba che determina esso; dove Godzilla va egli si deve adeguare e agire di conseguenza. Godzilla non è sperimentabile, non lo si può catturare: si può solo decidere di contrastarlo ma servirebbe un ulteriore arma capace di sbaragliare anche la macchina suprema.

Il re dei mostri si dimostra anche senza alcuno scopo, non possiede una meta che non sia quella di vagare. Per il solo fatto di essere in un luogo egli porta morte e distruzione: questa è proprio la prima determinazione fenomenologica del continuamente impiegato della bomba.

Nel termine del film troviamo la stessa conclusione di Anders: Godzilla ha aperto una nuova epoca, ha scardinato un corso evolutivo e si pone come inizio di una nuova era dove l’uomo non è più l’impiego ultimo delle macchine e il concetto di risorsa consumabile è messo in crisi. L’ultima frase, con cui si chiude il film, ci ricorda la minaccia onnipresente della bomba: un altro Godzilla si potrebbe svegliare in qualunque momento e in qualunque luogo, così troviamo la seconda determinazione fenomenologica, e non potremmo sapere se l’essere umano sarà pronto ad affrontare un secondo Godzilla.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.