La guerra in Ucraina: tra le note di “Tango” e gli articoli della Costituzione

Tananai ci racconta la guerra attraverso la storia di Olga e Maxim. La Costituzione ce ne parla nell’articolo 11.

Mentre si sente parlare del bombardamento delle chiese ortodosse durante le celebrazioni della Pasqua, non si può non pensare alle famiglie ucraine distrutte e separate come quella di Olga, Liza e Maxim protagonisti della canzone “Tango” di Tananai.

IL ROMANTICISMO DELLA GUERRA

La canzone “Tango” di Tananai, 5° classificata al festival di Sanremo, riprende la storia a distanza di Olga e Maxim, due ragazzi ucraini di 35 anni e della figlia Liza. Mentre Maxim è in Ucraina, oggi madre e figlia sono in Italia, al sicuro. Il video del brano ci mette davanti la loro storia d’amore, vissuta “tra le palazzine a fuoco” di Kyïv. La forza emotiva della canzone e l’evocativa rappresentazione delle difficoltà dell’amore in tempi di guerra, mettono in luce l’importanza della musica nel dare dignità a storie spesso trascurate e agli aspetti della guerra a cui non si pensa. Pur sapendo, ovviamente, che la guerra causa morti ingiuste, talvolta queste restano astratte e, forse per qualche meccanismo di protezione, ci si rifiuta di pensare a cosa “guerra” significhi nel concreto: padri di famiglia, mogli, figli che salutano la propria casa senza sapere se torneranno mai. Intanto, dall’altra parte, coloro che restano: impotenti ed inermi, accettando la possibilità di sopravvivere ai propri cari, accettando la possibilità di dover vivere una vita, dopo la guerra, senza di loro.

Ma ora addio, va bene amore mio

Non sei di nessun altro

E di nessuna io

Lo so quanto ti manco

Ma chissà perché Dio 

Ci pesta come un tango

LA GUERRA PER IL LEGISLATORE

La guerra può essere romantica solo nella musica, nella realtà è una tragedia che periodicamente si abbatte sull’umanità. È interessante leggere cosa la nostra Costituzione prescrive al riguardo, per rispondere a una delle domande che è sorta con l’inizio del conflitto: può l’Italia intervenire?

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

“L’Italia ripudia la guerra” è l’incipit inequivocabile dell’art 11 della legge fondamentale italiana.

Il verbo”ripudiare” usato sapientemente dai costituenti è già pieno di significato: non è stato usato “condannare” perché non riguarda il campo politico-giuridico ma ha più una connotazione etica; non è stato usato “rinunciare” perché avrebbe sottinteso l’idea di un diritto alla guerra, a cui si rinuncia; bensì “ripudiare”, perché fosse chiara la volontà di togliere valore giuridico alla guerra come strumento. È il secondo dopoguerra quando i padri costituenti si ritrovano a scrivere la Costituzione, e l’art 11, come tutto il resto della carta costituzionale, va letto nell’ottica di un Italia che esce da una guerra terribile. Primario era fare in modo che non si finisse dinuovo, e così facilmente, in un conflitto armato. Tuttavia i costituenti erano ben consapevoli della necessità di legiferare anche per scenari in cui non si potesse evitare uno scontro. Per questo, la guerra che l’art.11 vieta è quella di conquista e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sulla stesura della seconda parte dell’art. 11, profonda influenza ha avuto l’aspirazione del nostro Paese a partecipare all’Organizzazione delle Nazioni Unite. L’Italia è quindi libera di entrare in guerra per motivi difensivi, ed anzi è necessario difendere la Patria come sancisce il 1°comma dell’art 52 :

La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.”

Quindi, se da un lato viene dunque energicamente ripudiata la forza bellica come strumento di offesa alla libertà dei popoli; dall’altro, rimane la facoltà di ricorrere all’uso delle armi per contrastare un altrui ingiustificato attacco all’indipendenza territoriale. 

LA GUERRA OGGI 

La canzone “Tango” ci spinge a riflettere sulle conseguenze della guerra, e sull’attuale situazione in Ucraina, richiamando l’attenzione sulla necessità di trovare soluzioni pacifiche per risolvere le dispute internazionali. L’Italia ha sempre sostenuto il principio della non belligeranza e della risoluzione pacifica delle controversie, come sancito dalla Costituzione italiana e dimostrato dall’impegno in diverse missioni di peacekeeping. Ciononostante, si può sempre fare di più per fermare lo spargimento di sangue e la violazione dei diritti umani che ogni guerra porta con sé.

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