La missione Apollo 11 e la letteratura ci permettono di comprendere l’importanza della luna

La forza attrattiva esercitata dalla luna: dall’immaginazione in letteratura fino alla realtà concreta dell’atterraggio.

Tra i tanti elementi naturali, la luna, misteriosa e impenetrabile, è stata da sempre un punto di riferimento per i grandi autori della letteratura italiana. Il primo atterraggio sulla luna, è il punto di partenza per una riflessione che attraversa autori come Ariosto e Giacomo Leopardi.

IL 16 LUGLIO 1969

In questa data, tre sono gli uomini statunitensi pronti a formare l’equipaggio allestito per compiere un qualcosa di straordinario, mai visto prima: far scendere l’uomo sulla luna. I loro nomi hanno segnato la storia: Neil Armstrong, Michael Collins ed Edwin “Buzz” Aldrin. La missione è definita “Apollo 11” e la sua partenza è dalla base spaziale di Cape Kennedy. Il tutto si svolge nel giro di circa quattro giorni, quando, il 21 luglio 1969 alle ore 02:56 UTC, potremmo definitivamente affermare che un uomo, Neil Armstrong, per la prima volta, ha posato piede sulla luna. Se il tutto veniva riportato in diretta televisiva, destinato alla visualizzazione da parte di un pubblico mondiale, nel frattempo, un altro importante fatto avveniva: la missione pose fine alla “corsa dello spazio“. Intrapresa ancor prima del 1969, questa competizione, prendeva vita nello scenario più ampio della guerra fredda, che coinvolgeva gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Quest’ultima infatti aveva inviato nel 1957 un primo satellite artificiale (“Sputnik 1“) e nel 1961, un cosmonauta sovietico, Jurij Gagarin fu il primo uomo nello spazio. Alla fine la vittoria spettò agli Stati Uniti, realizzando l’obiettivo nazionale del presidente John F. Kennedy, di raggiungere la luna.

DIALOGO DELLA TERRA E DELLA LUNA

Potremmo certamente definire Giacomo Leopardi uno studioso di humanae litterae. Nonostante ciò, non manca in lui una certa attenzione per la scienza. Nella raccolta delle “Operette Morali“, Leopardi inserisce diversi dialoghi che comprendono argomenti scientifici, come “Il Copernico“, dove fa riferimento, con leggerezza, all’eliocentrismo. Tra le tante allusioni scientifiche, possiamo scovare quella nei confronti della luna. Varie erano le ipotesi e le sentenze che in quel periodo Leopardi lesse e conobbe. Tra queste, possiamo citare quella di Galileo che, nel “Discorso sopra i due massimi sistemi del mondo“, guarda alla luna come spazio nel quale si trovano delle sostanze inescogitabili dagli umani. Ora, queste teorie vengono proferite dalla Terra alla Luna, nel “Dialogo della Terra e della Luna“, per conoscere dalla Luna “in persona” quale sia la verità in merito alla sua natura. Vengono allora citati Pitagora, il quale sostiene che “le sfere celesti fanno un certo suono così dolce ch’è una meraviglia” e Jerome de La Lande, che ritiene la luna popolata. Ad essere chiamati in causa sono poi i letterati, come Saverio Bettinelli e Ludovico Ariosto. Se il primo faceva riferimento, nel poema eroi-comico “Il Mondo della Luna”, ad una nave volante, il secondo, nella Satira III, guardava all’esistenza di un monte altissimo da scalare per raggiungere la luna. La Luna però, non conosce gli uomini e le armi, né tantomeno comprende le loro volontà di conquistarla e popolarla.
Cosa si trova allora nella luna? Non può mancare nel dialogo una nota leopardiana: la luna rivela infatti nel finale che ad abitarla sono i vizi, i misfatti, i dolori, i difetti e i mali.

LA PERDITA DEL SENNO

Nel dialogo della Terra e della Luna, viene citato anche l’episodio della perdita del senno di Orlando, ma la Luna nega che il raziocinio del paladino possa trovarsi presso di lei. Diversa è ovviamente l’interpretazione nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, che si pone sulla linea dell‘Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo. L’originalità dell’Ariosto sta nella critica morale rivolta all’intera società del Rinascimento, dando vita a dei personaggi privi della loro eroicità. La guerra ‘disonesta’ condotta con le armi da fuoco, ha provocato la crisi degli ideali militari della cavalleria. Ne deriva allora un mondo imperniato di follia e caos, dove Orlando perde la ragione a causa di Angelica. Dopo aver attraversato un bosco che riportava i segni dell’amore tra Angelica e Medoro, Orlando diventa completamente pazzo, spogliandosi nudo e abbandonando le sue armi. Sarà poi Astolfo, in seguito a mirabolanti peripezie sul suo Ippogrifo a raggiungere la Luna, dove si può ritrovare ciò che si perde sulla Terra. Vi trova infatti l’ampolla con il senno di Orlando propedeutica alla sua cura.
Quella luna che ci assiste nei nostri viaggi notturni, è stata musa e compagna di grandi teste, appartenenti al mondo scientifico e letterario. Un punto di contatto non solo tra scienza e letteratura, ma un filo rosso che congiunge noi con i nostri antenati, tutti sotto lo stesso cielo, con gli stessi sogni e con gli occhi volti verso la stessa luna.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.