La National Portrait Gallery di Londra loda la donna come i poeti dello Stil Novo

La National Portrait Gallery di Londra mira a rappresentare maggiormente il genere femminile: una lode della donna che ci riporta alla poesia del Dolce Stil Novo.

Dopo una ristrutturazione costata circa 40 milioni di euro, la National Portrait Gallery di Londra cambia volto…e anche genere. Nel 2023, anno previsto per la riapertura, all’interno della galleria sarà protagonista il genere femminile. Prima della chiusura – per Covid e per lavori – tra le opere esposte i personaggi femminili erano solo nel 25% dei ritratti e c’era solo una piccola percentuale del 12% di artiste donne. L’obiettivo è adesso capovolgere la situazione.

La National Portrait Gallery cambia genere

Celebreremo le donne nel passato e nel presente. Con la speranza che un giorno le ragazzine che visiteranno la galleria vedranno sempre più ritratti di donne e si sentiranno molto più sicure di sé”, dichiara la storica dell’arte Flavia Frigeri, curatrice di questo progetto, realizzato in collaborazione con Chanel e grazie al nuovo Fondo Culturale inaugurato dalla casa francese. “Reframing Narratives: Women in Portraiture” è il nome dell’iniziativa, che durerà almeno tre anni: reincorniciare le narrative: le donne nella pittura ritrattistica. Con lo scopo di dare una maggiore risonanza alla donna verranno sia recuperate alcune opere dagli archivi della galleria che acquistate dall’estero delle opere nuove. Tra le donne che troveremo ci sono Georgina Masson, la prima rappresentate nera del Auxiliary Territorial Service, ramo femminile dell’esercito del Regno Unito durante la Seconda guerra mondiale, Lilian Lindsay, la prima dentista ufficiale britannica, e Ray Strachey, pittrice e autrice di un celebre ritratto di Virginia Woolf.

La lode della donna nel Dolce Stil Novo

L’esaltazione della donna è tra le tematiche centrali dello Stil Novo. La donna viene lodata non solo per la sua bellezza nell’aspetto fisico, ma anche per la sua interiorità, ricca di qualità salvifiche. “Io voglio del ver la mia donna laudare”, scrive Guido Guinizzelli in un sonetto esemplare per lo stile. Tutto ciò che di più bello esista può essere paragonato alla donna, luminosa più della stella del mattino. Dei fiori è tutti i colori più belli, e quando tanta meraviglia passa per la strada riesce sia a donare salvezza che a convertire alla fede cristiana. Finché la guarda, nessuno può avere pensieri peccaminosi.

Io voglio del ver la mia donna laudare
Ed asembrarli la rosa e lo giglio:
più che stella diana splende e pare,
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

Verde river’ a lei rasembro a l’are,
tutti color di fior’, giano e vermiglio,
oro ed azzurro e ricche gioi per dare:
medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile
ch’abassa orgoglio a cui dona salute,
e fa ‘l de nostra fé se non la crede:

e no ‘lle po’ apressare om che sia vile;
ancor ve dirò c’ha maggior vertute:
null’om po’ mal pensar fin che la vede.

Guido Guinizzelli

Il genere dell’arte

La lode della donna nell’arte passa attraverso opere intramontabili e meravigliose. Il genere femminile è stato più spesso soggetto che autore, e iniziative come quelle della National Portrait Gallery possono contribuire a far conoscere le opere di artiste degne di nota ma passate in sordina. Tuttavia, può dall’arte partire un vero e proprio contributo per la lotta per l’uguaglianza di genere? Forse sì, forse non abbastanza. Sicuramente l’arte, se sfruttata nel giusto modo, può avere un potere illimitato. Cos’è una buona opera d’arte? Dice la celebre artista Marina Abramović: “È qualcosa che possiede quell’energia che ti mette in sintonia con quanto sta accadendo alle tue spalle … se prendi tutto quello che fai come una questione di vita o di morte, e sei presente al cento per cento, allora le cose accadono davvero. Meno del cento per cento non è arte degna di questo nome. È così difficile, ma è l’unico modo”.

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