Il grande male del secolo
Esiste un male terribile che è in grado di uccidere le persone forse in maniera anche peggiore di un cancro. Un male che non ha forma né colore e che spesso viene sottovalutato e banalizzato. Ed è proprio grazie alla sua natura subdola che si rafforza e cresce fino a divorarti dall’interno. È una malattia dell’anima che, se non riconosciuta in tempo, può derubarti di tutto e lasciarti solo un guscio vuoto. Questo mostro si chiama depressione.
In psicologia è definita come un disturbo dell’umore. Fa vivere perenni stati di insoddisfazione e angoscia, un costante malumore che rende la persona pessimista verso se stessa e il proprio futuro. Si perde l’interesse per le attività che generalmente infondono piacere e si ha difficoltà a svolgere le più semplici azioni di tutti i giorni.
Chi soffre di questo disturbo tende a vedere il mondo attraverso ‘occhiali con lenti scure’: percepiscono le situazioni in cui vivono come ostili, non rassicuranti e, di conseguenza, la vita è difficile da affrontare – dall’alzarsi la mattina a fare la spesa. I sintomi di questa malattia sono invalidanti, perché interferiscono con le capacità della persona di lavorare, dormire e anche relazionarsi.
Tuttavia non è questo un mostro indistruttibile: supporto psicologico e terapia farmacologica possono aiutare il paziente a uscire da questa condizione. Ovviamente più il trattamento è precoce, maggiore è l’efficacia della cura. Una depressione non trattata può spingere il soggetto a rinchiudersi in una falsa illusione di sicurezza, abbandonandosi all’abuso di alcol e a pensieri suicidi.
Sono tutt’ora ignote le cause specifiche della depressione ma, come per ogni malattia psichica, si suppone possano essere un insieme di fattori biologici, quindi predisposizione genetica, e ambientali, ovvero tutte le esperienze stressanti vissute durante la propria vita.
The BoJack Horseman Show
Non lasciatevi ingannare dal fatto che si tratti di un cartone animato: come ci hanno insegnato altri prodotti, le serie animate possono ricostruire la realtà in maniera estremamente veritiera. Prendete BoJack Horseman, ad esempio. Dietro gli animali antropomorfi e le situazioni surreali si nasconde un personaggio che combatte ogni giorno con il demone della depressione.
BoJack è un attore, diventato famoso negli anni ’90 per aver partecipato ad una serie tv che in America riscosse molto successo. Dopo questo ruolo, però, non è riuscito a rimanere sulla cresta dell’onda né ad ottenere altri ruoli importanti. I soldi e la fama gli hanno permesso una vita agiata, ma il non essersi realizzato sul lavoro lo ha portato ad una perenne insoddisfazione, trasformata in frustrazione e apatia: una situazione per la quale BoJack incolpa se stesso e la sua autoproclamata inettitudine.
Col tempo, questo loop emotivo lo ha trascinato sempre più giù nell’abisso, spingendolo verso comportamenti autodistruttivi come l’abuso di alcol e droga. Inizia così a vivere stati di disperazione, angoscia e profondo vuoto interiore, alimentati dalla sua scarsa autostima e dai suoi pensieri catastrofici e pessimisti. Basta pensare alle parole che rivolge a se stesso ogni mattina prima di alzarsi oppure alla sua incapacità di condurre una relazione in maniera sana.
C’è anche da dire però che la vita non è stata molto benevola con BoJack. In una scena molto commovente, quella del planetario, BoJack termina l’episodio con un ‘monologo’ toccante dedicato alla vita:
“Visto Sarah Lynn, non siamo spacciati. Nel grande scenario della vita siamo solo dei granellini che un giorno verranno dimenticati. Non importa cosa abbiamo fatto in passato o come verremo ricordati: quello che importa è il presente. Questo momento. Questo unico momento spettacolare che stiamo condividendo, no Sarah Lynn? …Sarah Lynn?”