Professore gay minacciato di morte in Zimbabwe si dimette: tra morale africana ed occidentale

L’argomento omofobia è diventato ormai uno dei più discussi a livello di opinione popolare, ma anche uno dei più importanti a livello morale e sociale.

Gli obiettivi raggiunti su questo campo sono infatti moltissimi, la comunità LGBTQ cresce sempre di più, anche se talvolta agisce secondo metodi e bersagli rivedibili o esagerati, e l’ambiente sociale diventa piano piano sempre più gay-friendly. O almeno in Europa.

La situazione al di fuori del continente europeo e della cultura occidentale in genere infatti subisce delle variazioni, sorprendenti a volte, piacevoli in altri casi (come in Asia).

In Africa, ad esempio, la situazione su questo piano sembra essere piuttosto complicata, e verrebbe quasi da dire “arretrata” rispetto agli standard europei, anche se il discorso di sviluppo, di cosa è buono e cosa è cattivo è un discorso che non conclude quasi mai, a vantaggio della bellezza dei fuochi dei litigi morali che all’ordine del giorno colorano la società.

Ha del triste infatti ciò che durante la settimana scorsa è accaduto in una delle migliori scuole dell’intero Zimbabwe, il St. Joh’n College nella capitale Harare.

Malcapitato protagonista della storia è Neal Hovermeier, professore e vicepreside dell’istituto, che ha deciso di consegnare le proprie dimissioni per ritirarsi alla vita in campagna e lasciare la capitale del paese africano, dopo aver ricevuto minacce di morte in seguito al suo coming out davanti agli studenti della scuola nella giornata di venerdì 21 settembre.

Neal Hovelmeier
Fonte: artafricamagazine.org

La vicenda comincia con le pressioni di un giornale locale dello Zimbabwe. A causa dell’intenzione dei giornalisti di rendere pubblica la vita sessuale di Neal, lo stesso professore si sarebbe trovato a doversi dichiarare pubblicamente omosessuale davanti agli studenti della propria scuola, cosciente del fatto che gli atti omosessuali sono tutt’oggi illegali nello Zimbabwe come in gran parte del continente africano.

A questo punto la situazione sarebbe degenerata. Secondo quanto riportato da BBC News, al professore sarebbero state recapitate minacce di morte e violenza, a causa dell’omofobia dilagante nel contesto africano e anche in quanto ora, sembrerebbe, il professore ed ex vicepreside sarebbe considerato un individuo pericoloso, come se qualcosa l’avesse reso da un momento all’altro contagioso e minaccioso, oltre che inadatto alla sua posizione.

Tra morale africana e morale occidentale

Il continente africano rappresenta un contesto sociale fondamentalmente distante dalla nostra morale europea, e generalmente occidentale, secondo cui i discorsi sociali hanno una matrice nettamente distante dalla nostra, con tutte le conseguenze di interpretazione morale che ne derivano.

Un filosofo estremamente famoso, e anche controverso, quale fu Friedrich Nietzsche all’interno della sua riflessione si dedicò a moltissimi aspetti della cultura umana, e anche se non precisamente morale, il suo pensiero ha toccato anche l’ambito del bene e del male.

Secondo Nietzsche la verità morale, come del resto la verità in genere, non esiste a livello assoluto, essa non ha alcuna consistenza trascendente. Il criterio di verità secondo cui giudicare la cultura umana quindi non dovrà più essere quello dell’aderenza ad una verità immanente, ma piuttosto corrisponderà con il criterio dell’efficacia, ovvero della validità di un determinato concetto o elemento ai fini della conservazione della vita, e in un’ultima analisi della specie nel suo insieme.

Friedrich Nitzsche
Fonte: biografieonline.it

Questo ragionamento vale specialmente per il discorso morale, che ora non presenta una maggiore o una minore verità nella varietà dei suoi casi, ma piuttosto si trova ad essere strettamente legato alla sua funzione strumentale, ovvero alla sua utilità, nel bene e nel male, verso la conservazione della specie umana. In questo senso non si dovrà più indagare la morale nella sua teoria per ricercare le interpretazioni degli eventi morali, ma piuttosto si dovrà giudicare solo degli effetti di ogni azione nella direzione della conservazione della specie.

In questo senso la morale è vista da Nietzsche come una scienza che nella sue essenza è strettamente legata al corso della storia umana. Essa è di natura convenzionale e legata all’evoluzione della società umana a cui appartiene, e ciò che ad oggi noi vediamo come immorale, rappresenta solamente un lascito delle società umane precedenti, all’interno delle quali probabilmente ciò era visto invece come valido e morale.

Le leggi morali appaiono così a Nietzsche come di natura storica e convenzionale, legate come sono all’evoluzione della società di cui partecipano.

In questo senso le azioni e i comportamenti giudicati immorali non sono tali secondo un criterio semplicemente soggettivo o assolutamente oggettivo, ma piuttosto la loro interpretazione è strettamente legata alla storia della società umana di cui essi fanno parte, e quindi in definitiva agli effetti che essi riportano nella direzione della conservazione della specie, tenendo conto dell’evoluzione sociale che ha dato loro realtà convenzionale.

Alla luce di questa riflessione del baffutissimo filosofo tedesco, la nostra interpretazione di quanto accaduto nel continente africano diventa piuttosto complessa.

La morale africana è strettamente legata a quelli che sono i fondamenti culturali, sociali e religiosi della varietà dei popoli stabilitisi nel continente nero, ovvero all’evoluzione che ha caratterizzato la società africana nella storia. Le interpretazioni morali dell’essere delle persone o delle loro azioni e intenzioni risultano quindi valide solo all’interno delle prospettive strettamente africane in vista della conservazione della specie umana nelle società locali.

In questo senso, alla luce della nostra morale occidentale in cui i diritti delle persone gay sono ben più che semplicemente affermati, giudicare un simile accaduto come a priori sbagliato e da condannare lascia l’amaro in bocca e viene frenato da tutti quei ragionamenti che allontanano la nostra opinione morale, figlia di una cultura notevolmente più avanzata rispetto a quella africana, dalla condizione di giudizio universalmente corretto e basato su interpretazioni inequivocabili.

Fonte: notizieprovita.it

A questo punto cercare di inculcare con la forza intellettuale una morale strettamente occidentale in una cultura che invece è strettamente africana, con tutte le dovute influenze globali, sarebbe una sorta di “colonialismo morale“, secondo cui sotto il presupposto di un’identità culturale avanzata ci arrogheremmo il diritto di diffondere la nostra, di conseguenza, morale avanzata.

Tuttavia, qui si apre un “però” grande come una casa, che lascia molto spazio a riflessioni.

I ragionamenti secondo cui la diversità delle identità sessuali è stata, anche se ancora parzialmente, inclusa in ciò che è accettabile nella morale occidentale sono ragionamenti strettamente intrecciati con inferenze morali inequivocabili e con le indagini delle varie scienze umane.

Infatti la consistenza di una società umana che realizzi lo scopo di una pacifica convivenza tra esseri umani e di una vita vissuta secondo i propri scopi personali e la coltivazione della propria felicità si fonda soprattutto sulla tolleranza sociale di tutte quelle varietà di esseri umani che non sono oggettivamente e scientificamente dannose per le altre persone, quali gli omosessuali, le lesbiche, le persone transgender e così via.

Questo ragionamento morale appare valido anche sotto il punto di vista della stessa filosofia di Nietzsche, che prevede come già detto che per quanto riguarda la morale, l’interpretazione dei vari eventi avvenga a partire non dall’essenza teorica della morale ma dei suoi effetti sulla società e della loro utilità.

E quale sarebbe infatti l’utilità del negare la felicità a moltissime persone?

Provare un giudizio morale occidentale di imposizione sul contesto africano a questo punto continuerebbe comunque a sembrare un atto già di per sé “immorale” e di violenza intellettuale, ma di certo cercare di accendere il fuoco morale del bene attraverso ragionamenti non unicamente culturali, ma semplicemente umani potrebbe portare moltissime persone ad uscire dalla gabbia in cui esse si ritrovano ingiustamente rinchiusi, così da poter diventare libere di coltivare il proprio bene insieme a quello della società.

Giovanni Ciceri

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