Quando la musica incontra la regia: Margherita Vicario inonda di musica le sale cinematografiche

L’opera prima della cantante Margherita Vicario è un manifesto di speranza, riscatto ed energia femminile. E’ un messaggio diretto, sopratutto, alle giovani donne e al loro bisogno di rivoluzione, un incoraggiamento vigoroso ed entusiasta.

Immagine presa dal trailer del film della 01Distribution, presente su Youtube.

Margherita Vicario alla regia, Veronica Lucchesi in scena: quello di “ Gloria! ” è un doppio esordio in un film travolgente che racconta di musiciste rimaste nel silenzio della Storia, aprendo un dibattito anche sulla contemporaneità e sul ruolo delle donne nell’ industria musicale (e non solo). E’ un racconto di sorellanza e sostegno, senza i quali non si fa cinema, e men che meno musica.

La regia

E’ ben risaputo che gli esordi alla regia sono spesso travagliati e sofferti: qualcuno ha detto che fare un film è come fare un figlio. Si può essere in disaccordo, ma chiunque lavori nell’ industria cinematografica può confermare che la quantità di energia necessaria è immensa, così come la dedizione e lo spirito di sacrificio, proprio come per la genitorialità.
Sopratutto per i registi, che devono tenere le redini di tutta la troupe e del cast, come fossero direttori d’orchestra, lo sforzo richiesto è estremo e sfiancante.

Cosa accade, quando a dirigere la macchina del cinema è una giovane donna che fa la cantante e che, qualcuno, potrebbe etichettare come “principiante”?  Succede esattamente come alle protagoniste del suo film: si infrangono gli stereotipi, si alza la voce e si fa la rivoluzione.
La rivista “Rolling Stones”, nell’ intervista con Veronica Lucchesi, racconta che dopo il primo giorno di riprese, la regista ha perso la voce: un vero e proprio incubo, per una cantante.
Dopo due settimane dall’inizio delle riprese, ha avuto paura perché temeva di non arrivare alla fine e di non riuscire a prendersi quel nuovo ruolo.
Poi, grazie al confronto col suo fidanzato, ha realizzato che il set è una macchina gigante, ma è lei che, insieme agli attori, ne gestisce i comandi.
In quel momento, ha avuto bisogno di trovare l’ autorevolezza di dire agli altri “fidati, si fa così. Andrà tutto bene.”
Veronica Lucchesi racconta:

“ Margherita era la nostra fiamma accesa, bastava guardarla negli occhi per capire come dovevamo fare le cose. Era una di noi, ma anche risoluta dietro la macchina da presa. Perché lei aveva quel ruolo, e quel ruolo si è presa. ”

Immagine presa dal trailer del film della 01Distribution, presente su Youtube.

La musica

Margherita racconta di aver avuto l’idea del film direttamente da Vivaldi: tutti sanno che era un grandissimo compositore, ma non tutti lo conoscono anche come maestro di cappella, ovvero un prete che viene pagato dalla Chiesa per educare un’ orchestra. Quella di Vivaldi era composta dalle orfane che suonavano per la gloria di Dio, mentre lui vendeva spartiti in tutta Europa.
Si  dice che alcune di queste partiture che il grande compositore ha venduto, le abbia, in realtà, rubate alle sue musiciste.
Da questa storia, proviene il clima collegiale dell’orfanotrofio Sant’Ignazio dove, nel film, vivono le donne protagoniste, in un’ atmosfera che evoca il cinema femminile di “Broken Girls” e “Il giardino delle vergini suicide”.
La musica permea tutto il film, dalla trama alla struttura: il ritmo, le inquadrature e i movimenti di macchina, sono guidati dalla musica e dalle sue battute e pause.
Margherita racconta alla rivista “Rolling Stones” che, anche per la creazione del personaggio interpretato da Veronica, si è ispirata a una sua canzone che ama, partendo dalla melodia e dal mondo contenuto in quel brano.

“ Non c’è niente di più bello, per me, di partire dalla musica. Questo è un film che parla di creatività e di quello struggle che spesso invade chi scrive e cerca di tirare fuori la propria musica.
Ed ero sicura che Veronica mi avrebbe capita, perché lei lo sa, conosce questa cosa. ”

La sorellanza

L’ unione tra donne è il tema portante del film, e lo è stato anche nella sua realizzazione, poiché da sole non si fa niente.
Nonostante la rivoluzione francese del Settencento abbia posto le prime basi dei diritti umani dell’Occidente, le donne hanno dovuto aspettare altri due secoli per avere le prime conquiste e comunque, oggi, tre secoli dopo, va bene ma non benissimo.
Le donne, in molti ambiti professionali, sono poche e, proprio per questo, sembra che debbano impegnarsi di più ed essere eccellenti, con margini di errori poco contemplati. Sembra che quei pochi posti che possono occupare li debbano ottenere sgomitando tra loro.  Questa idea, sembra proprio non piacere alla regista del film, e infatti, nella creazione e produzione del film, per Margherita è stata importante la presenza indiscussa di Veronica, che non ha mai considerato di rifiutare il ruolo.
Proprio come sul palco di Sanremo dove si sono esibite insieme, o tutte e due, o nessuna. Margherita afferma che

“ […] Come nella musica, anche nel cinema le donne sono tante e il problema della rappresentanza ci riguarda tutte: compositrici, cantautrici, produttrici o foniche. Non è un’ ideologia, è statistica. E come sa bene Veronica, la rappresentanza è fatta di liste.”

Il rapporto tra Margherita e Veronica si è coronato con questo film di doppio esordio, ma loro due, in quanto artiste e colleghe, si cercavano già da tempo, ammirandosi a vicenda e condividendo l’ una la musica dell’ altra. Nell’ incontro tra regista e attrice, le due cantautrici hanno trovato il legame che cercavano, ovvero il loro canto corale e facendo, insieme, da portavoce per gli altri.

 

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