Quella volta in cui McGrath ebbe un colpo di “Follia” e volle imitare Fridzgerald

Negli ultimi mesi sta spopolando nei canali social dei bookers il libro “Follia” di McGrath. Scopriamo insieme a quale autore ed opera si è ispirato. 

Tutto almeno una volta nella vita abbiamo visto il film del Grande Gatsby (indimenticabili i meme nati su Leonardo di Caprio), ma pochi in realtà hanno letto Follia di McGrath, un libro che ha diversi rimandi con l’opera di Fridzgerald. Andiamo insieme a scoprire queste due meravigliose opere della letteratura contemporanea.

THE GREAT GATSBY

Uno chauffeur in uniforme azzurra, come un uovo di pettirosso, quel sabato mattina di buon’ora attraversò il mio prato con un biglietto straordinariamente cerimonioso del suo padrone; esso diceva che Gatsby si sarebbe sentito onorato se quella sera avessi partecipato alla sua “festicciola”.

Epico il meme di Leonardo di Caprio che innalza il bicchiere del Martini, tratto dal film del Grande Gatsby. Il film è tratto da una delle opere più importati della letteratura americana, tale che T.S.Elliot definì l’opera un “primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James”. Ma effettivamente di cosa parla?

Nick Carraway è il narratore di questa storia, che prende parte come protagonista passivo alle vicende che accerchiano Gatsby. È proprio Nick a raccontarci che ebbe modo di conoscerlo, e diventare parte della sua vita, durante una “festicciola” di cui ebbe l’invito come suo vicino di casa. Il libro, oltre a raccontare le differenze tra le classi sociali degli anni ’30,  si configura nell’idea del Great Gatsby di riconquistare Daisy, sua ex amante cugina alla lontana di Nick e moglie di Tom Buchanan

“FOLLIA” di MCGRATH

ambientato alla fine del 1950, I protagonisti di questa storia di un amore folle sono la moglie di un noto psichiatra, Stella, inappagata dalla vita che il marito, Max, le fa condurre e un malato psichiatrico uxoricida, Edgar Stark.

Tutta la vicenda viene raccontata dal punto di vista clinico di uno psichiatra, Peter, amico di famiglia di Max e Stella che cerca sempre di tendere l’arco su una visione più oggettiva.

L’amore (nel senso più erotico possibile) tra Edgar e Stella sboccia dopo un ballo di Gala avvenuto nell’ospedale psichiatrico e dopo successive avance avvenute nel giardino vicino a casa di Stella, dove Edgar ex artista aveva ricevuto il compito di rimetterlo in sesto.

È la storia di un amore folle, in cui si assiste alla nascita della depressione e l’idea di morire per l’assenza dell’altro. Non finisce qui, perché in Follia non si legge di un amore impossibile da vivere e quindi folle, ma lo sviluppo di una malattia non compresa nemmeno negli specialisti e che porterà a tragici eventi.

Per la prima volta Stella sentiva che era valsa la pena di saltare nel vuoto, perché alla fine avrebbero trovato il posto sicuro dove amarsi senza paura. E fu in quello spirito che fecero l’amore: senza paura, liberamente, mentre i treni rombavano sul viadotto nella notte. E Stella lo fece ridendo, gridando, urlando al magazzino intero tutta la vita che aveva dentro.

MCGRATH SI È ISPIRATO A FRIDZGERALD?

L’opera di McGrath ha riscosso così tanto successo che, successivamente agli sconti Adelphi avvenuti qualche settimana fa, il libro è tornato in tendenza probabilmente determinato da una scrittura fin troppo familiare.

I lettori più arguti infatti riescono a scorgere tra le pagine di Follia Fridzgerald, autore non solo del Grande Gatsby ma anche Tenera è la notte. 

Entrambe le opere sono caratterizzate da una figura emblematica, ovvero il narratore che si configura come parte integrante del racconto ma mai difatti protagonista. Eppure in entrambi i casi sono proprio i narratori ad avere la meglio alla fine della storia.

Non solo, sia in Follia che nel Grande Gatsby i protagonisti vivono in un loro mondo lussurioso di cui è sempre difficile entrarci e capire a fondo la psicologia.

La differenza delle opere consiste nella lussuria dei personaggi: in Follia Stella vive per la sessualità e l’erotismo per Edgar, sua unica fonte di libertà dal marito Max che ambisce a diventare direttore del centro psichiatrico; Gatsby, invece, oltre alla relazione adulterina che ha con la moglie di Tom vive per il lusso materiale, per le feste e l’idea che possa essere configurato a una sorta di eroe immortale.

Per quanto la scrittura sia molto simile sotto diversi rimandi stilistici, non sappiamo se effettivamente ci sia una volontà a ciò. Ci piace sognare però che un giorno McGrath ebbe un vero colpo di “follia” e volle imitare Fridzgerald.

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