Sacro e profano: il Vaticano apre le porte alla comunità LGBT come avrebbe voluto Durkheim

Il documento che lo attesta è firmato dal cardinale prefetto Fernández e controfirmato dal Papa, regalando una speranza ai fedeli da sempre esclusi per il loro orientamento sessuale.

Papa Francesco.

Si respira aria di cambiamento in Vaticano con le ultime dichiarazioni di Papa Bergoglio: i transessuali potranno chiedere di ricevere il primo Sacramento, mentre le coppie omosessuali avranno la possibilità di fare da testimoni ad un matrimonio e padrini per un battesimo. Una decisione accolta con entusiasmo da tutta la comunità arcobaleno, riportandoci in mente le parole del sociologo francese Durkheim.

LA SVOLTA: IL VATICANO PRENDE I COLORI DELL’ARCOBALENO

Tutto ha inizio con i dubbi di Monsignor José Negri, Vescovo di Santo Amaro in Brasile, elencati in una lettera recapitata a Papa Bergoglio circa le considerazioni del Vaticano in merito alla partecipazione della comunità LGTB nel cammino della fede cattolica. Di fatto, la loro partecipazione a matrimoni e battesimi è sempre stata vista con sospetto soprattutto in Italia, dove le ultime leggi imposte circa l’adozione di minori per le coppie omosessuali ha dato modo all’opinione pubblica di cavalcare l’onda dell’omofobia. Tutto questo, accadeva a luglio. La risposta, redatta il 31 ottobre scorso, ha ribadito la possibilità per le persone transgender di poter ricevere il battesimo anche se nel pieno della terapia di transizione o se sono già stati sottoposti ad interventi per il cambio di genere. La possibilità di essere battezzati è stata estesa anche per i figli di coppie omosessuali. Altra novità è che il compito di essere padrini o madrine potrà essere ricoperto anche da coppie LGTB. La notizia ha fatto il giro del mondo, rendendo il topic il più dibattuto nei salotti televisivi, sui social network tanto quanto nella vita reale. Papa Francesco, da questo punto di vista, è stato categorico, sottolineando come la possibilità di poter ricevere il primo Sacramento debba essere aperta a chiunque. Non poteva che essere questa la posizione del Papa che, fin dal suo insediamento, ha portato aria i cambiamento in una Dottrina da sempre restia ai cambiamenti. Per questo tanto giovani che non hanno mai professato la fede cattolica, hanno elogiato la decisione del Papa circa la possibilità per i transgender e per gli omosessuali di accedere ai Sacramenti. Eppure, questa loro opportunità ha visto più di qualche ostacolo non solo da parte della Chiesa nel corso dei secoli, ma anche dal suo stesso popolo. Da questa prospettiva, il sociologo francese Durkheim potrebbe darci una spiegazione.

DURHKEIM E LA RELIGIONE TRA CAMMINO DI FEDE E VIA DI FUGA

La sociologia non esisterebbe se non fosse analizzata la società insieme ai suoi costanti cambiamenti. Sono, da questa prospettiva, due linee perpendicolari. Gli attori che la costituiscono sono i responsabili di questa trasformazione. Hanno contribuito, infatti, nell’analisi di temi quali la stratificazione della società stessa e sulla disparità di genere. La religione è sempre stato, invece, quell’argomento che, a prescindere dal pensiero di sociologi quali Durkheim, ha polarizzato col tempo l’opinione pubblica circa i suoi valori teologici incontrastabili ed immutabili. Insomma, sposarsi per procreare, arrivare vergini all’altare, uscire di casa coperti come delle tende. Avete capito. Il sentiero della fede infatti è un cammino rigido e chi lo percorre desidererebbe che le sue regole non fossero in alcun modo messe in discussione. Il bigottismo che ci affligge deriva infatti da qui. Non a caso, come afferma Durkheim, molti scelgono la strada della fede come una via di fuga dalla loro condizione. Il Signore diventa quindi un porto per una comunità che soffre, unendola attraverso la fede e racchiudendola sotto le rigide regole della Dottrina. Infatti, per Durkheim, è proprio questa la funzione sociale della religione. L’accesso però è diventato negli anni sempre più limitato da parte della sua stessa comunità che ha visto i processi di emancipazione come una minaccia, chiudendo le sue porte e lascando fuori i fedeli omosessuali. Il loro peccato? Essere omosessuali. Durkheim non sarebbe stato contento, come non lo sono stati i membri della comunità LGTB tagliati fuori per secoli.

CONTRASTI SOCIAL(I): I PASSI CHE GLI OMOFOBI NON VOGLIONO FARE NEL LORO CAMMINO DI FEDE

Nonostante la decisione del Pontefice, le polemiche raccolte a colpi di tweet e di commenti sotto i post di Facebook sono stati talmente tanti da rendere necessario una spartizione (come Mosè, per restare in tema). Si sono venute a creare, infatti, diverse tifoserie. Eccone alcuni:

“Gli uomini al cospetto di Dio sono tutti uguali. Brava la Chiesa”.

Oppure:

“A breve i preti si potranno sposare ma prima verrà concesso il sacerdozio anche alle donne. Le regole cambiano arbitrariamente in barba alle sacre scritture. D’altronde se è tutto inventato, tutto possibile”.

Ma anche questi:

“Giusto! Spero che lo facciano da “cristiani”, di ricordarsi che la Chiesa è un luogo sacro e non una piazza da gay pride”.

E tu? Da che parte stai?

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