Siamo abituati ad associare il concetto di dipendenza alle droghe, ma il fenomeno è molto più ampio. Grazie a studi e scoperte sempre più patologie vengono accettate e riconosciute.
Il professor Guerreschi con occhio critico e terapeutico spiega in una conferenza all’Università di Trento, una nuova ondata di “addictions”, dipendenze comportamentali, di cui c’è sempre più bisogno di informare. Anche personaggi famosi come Michael Douglas fanno sentire la loro voce.
Tra i primi studiosi delle dipendenze comportamentali
Il Dott. Cesare Guerreschi, psicologo, psicoterapeuta e fondatore di SIIPAC, una società italiana che si occupa di curare e prevenire le dipendenze comportamentali, inizia la sua carriera con un libro: “New Addictions”. Dopo aver studiato in America, si rende conto che l’Italia ha bisogno di essere istruita ed inizia la sua prima battaglia per il riconoscimento del gioco d’azzardo come dipendenza patologica. Dopo varie denunce da società italiane di gioco, finalmente viene ascoltato e sposta la sua attenzione su un nuovo problema: il sesso patologico. Pubblica altri due libri e si batte per far riconoscere quelle dipendenze dimenticate che, se non accettate, non permettono i trattamenti opportuni.
Una conferenza produttiva sulle dipendenze sessuali e le sue caratteristiche
La dipendenza da sesso può manifestarsi in varie forme e desideri, ma mantiene le classiche caratteristiche tipiche delle dipendenze, quali forti crisi d’astinenza e una fase pre, in cui la persona perde via via il controllo delle proprie azioni. Le dipendenze comportamentali, non necessitano dell’assunzione di alcuna sostanza, ma sono i comportamenti stessi e le emozioni a mettere in atto un circolo vizioso da cui è difficilissimo uscire. Cosa differenzia allora una dipendenza sessuale dalle altre? Spiega il dott. Guerreshi: “Le Sex Addictions hanno una caratteristica in comune, il sesso. Il sesso diventa il fulcro della vita in cui ruotano desideri, tempo e denaro, distruggendo completante i rapporti familiari ed emotivi. Una mia paziente, di cui non farò il nome per ovvie ragioni, è arrivata ad avere oltre 25 rapporti sessuali al giorno, solo con poliziotti.” Ci fa notare come nella dipendenza rientri spesso l’autoerotismo compulsivo e come, anche se non sempre, ci sia un utilizzo frequente di pornografia. “Una persona affetta da questa patologia punta all’autodistruzione. Non solo smette di provare piacere, ma tende a rifiutare le protezioni da malattie veneree aumentando la probabilità di contrarle e trasmetterle. I miei pazienti credono di non meritare amore o aiuto, per questo motivo rifuggono nel sesso e vi trovano l’unica valvola di sfogo per nascondere disagi più profondi.”
Dipendenze e parafilie: sono la stessa cosa?
Una differenza importante se non fondamentale riguarda le parafilie e le dipendenze sessuali che possono presentarsi associate, ma anche singolarmente. Parafilia: indica pulsioni erotiche connotate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti, che implicano attività o situazioni specifiche. La differenza risiede, quindi, nel malessere fisico e psicologico che prova un dipendente che non è riscontrabile in chi soffre di parafilie. Tra le parafilie più comuni ricordiamo:
- Esibizionismo: il desiderio o bisogno di mostrarsi nudi ad estranei non consenzienti. Ad esempio, racconta il professore, un caso famoso a Vicenza in cui nella parte più alta del teatro spesso andavano delle persone per spogliarsi e farsi guardare.
- Feticismo: l’uso di oggetti non necessariamente associati alla sessualità per provocare eccitamento.
- Feticismo del travestito: la necessità di indossare un indumento femminile da parte di uomini eterosessuali.
- Frotteurismo: il bisogno o il comportamento che porta a toccare o a palpeggiare persone non consenzienti di solito in luoghi pubblici. Nel gergo comune si definisce “mano morta”
- Masochismo: necessità di essere umiliati e soffrire fino ad avere perdita di senti o forte dolore. Sadismo: Eccitazione nel produrre dolore o umiliazione.
- Pedofilia: attrazione sessuale per individui di età infantile fino anche ai 4-5 anni da parte di soggetti adulti. Purtroppo l’unica soluzione individuata ad oggi a questo problema non è una terapia, ma la castrazione chimica, accettata e possibile solo in alcuni paesi.
- Voyeurismo: il bisogno di osservare corpi nudi o persone impegnate in atti sessuali.
Il trattamento delle dipendenze e la relazione con i pazienti
Il professor Guerreshi è abituato nella sua società a ricevere tante tipologie di pazienti che sfiorano l’impossibile riguardo le sfumature di dipendenza sessuale. Il dottore ci rivela la terapia da lui seguita a grandi linee: “Preferiamo non trattare con i farmaci. Ci piace credere di essere onnipotenti e di poter risolvere i problemi con una buona psicoterapia e nell’85% dei casi è così. A volte la depressione ossessiva è troppo elevata, così, per periodi di 3 mesi, aiutiamo i pazienti con degli anti-depressivi. La parte più importante della nostra terapia è il contatto con l’altro, l’istaurare un collegamento di fiducia che permetta al paziente di essere ascoltato e di non sentirsi giudicato in alcun modo. Procediamo con riabilitazioni comportamentali, ma anche con tecniche di ipnosi – nel senso odierno del temine – e mindfulness” Se si può guarire dalla dipendenza sessuale? Certo che si. Molti pazienti del professore e personalità di spicco oggi hanno la loro famiglia e posso vivere la loro normale vita.
Parola a Michael Douglas: un cancro causato dal sesso
Michael Douglas, attore e produttore cinematografico pluripremiato, nel 1992 decide di farsi curare dalla sua dipendenza. Quarantamila dollari al mese in una clinica specializzata per affrontare a tu per tu i suoi problemi. Svela al pubblico come la sua battaglia contro il cancro alla gola ha un nemico più grande: il sesso. L’attore ha spiegato che le cause del tumore non sono da attribuire né al fumo e né all’alcol, ma al sesso orale praticato alle donne e causato dal papilloma virus. Ritroviamo qui i classici meccanismi della dipendenza, dalla ricerca del rischio, all’alta probabilità di contrarre malattie. È stata la sua compagna a dargli l’ultimatum, sopportare di vedersi tradire dal proprio uomo, anche se per malattia, non deve essere facile.
È giusto che si parli di malattie mentali ogni girono, perché solo così è possibile scardinare i tabù. C’è un intero commercio dietro l’industria del sesso che si regge in piedi anche grazie a questa dipendenza in crescita. Le persone malate hanno bisogno di supporto e, in una società dove il sesso è ancora visto come il demonio, non si fa che alimentare il circolo vizioso di un dipendente sessuale: mi merito di essere punito e di non essere amato.