Sfruttamento e ingiustizia: ripercorriamo la storia della presenza sikh nelle campagna italiane

Satnam Singh: chi era il bracciante pagato 4 euro l’ora e lasciato in strada a Latina con il braccio tranciato.

Si chiamava Satnam Singh ed era soprannominato Navi il bracciante indiano di 31 anni che ha perso un braccio in un incidente di lavoro ed è morto per le ferite riportate.

La vicenda

Il suo datore di lavoro Antonello Lovato, 38 anni, è indagato per omicidio colposo, violazione delle norme sulla sicurezza  ed omissione di soccorso. Singh lavorava all’azienda agricola Lovato di via del Passo a Borgo Santa Maria in provincia di Latina. Era arrivato tre anni fa con la moglie Alisha detta Sony dall’India. Riceveva una paga pari a circa di 4-5 euro l’ora. Per novanta minuti  ha subito la tortura di stare con il braccio staccato prima di arrivare all’ospedale San Camillo di Roma in elisoccorso, subendo anche una frattura delle sue gambe. La procura di Latina ha disposto l’autopsia. Uno dei braccianti al lavoro insieme a Singh ha deciso di testimoniare su quello che ha visto, confermando come il suo collega fosse un bravo ragazzo.

Economia

La maggior parte dei sikh presenti nella provincia di Latina, stimati circa 12.000 secondo una stima della CGIL, è impiegata nel settore agricolo. La provincia di Latina, situata nel cuore dell’Agro Pontino, è diventata un’importante area di insediamento per la comunità sikh in Italia. Questo fenomeno migratorio, che ha radici profonde e complesse, ha portato a una significativa trasformazione del tessuto sociale ed economico della regione. Questi lavoratori sono fondamentali per l’economia locale, contribuendo in modo significativo alla produzione agricola. La loro forza lavoro è essenziale per la raccolta di prodotti agricoli come ortaggi e frutta, che sono pilastri dell’economia regionale. Nonostante il loro contributo, i lavoratori sikh affrontano numerose difficoltà. La denuncia di sfruttamento e discriminazione da parte di organizzazioni come In Migrazione Onlus evidenzia le condizioni spesso precarie di vita e lavoro. Gli abusi lavorativi, le lunghe ore di lavoro e la mancanza di diritti  sono tra i problemi princiapali ormai da molto tempo.

Religione e migrazioni

La migrazione sikh verso l’Italia ha avuto inizio principalmente negli anni ’80 e ’90, quando molti sikh lasciarono il Punjab alla ricerca di migliori opportunità economiche e di una vita più sicura, lontano dalle turbolenze politiche della loro regione d’origine. Inizialmente concentrati nelle regioni agricole dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, i sikh si sono progressivamente stabiliti anche in altre aree del paese, inclusa la provincia di Latina. Oggi, la comunità sikh in Italia è stimata tra i 70.000 e i 100.000 individui, con una presenza significativa in diverse città e regioni. Questa comunità è nota per la sua forte etica del lavoro e il contributo al settore agricolo, dove molti sikh lavorano come braccianti e agricoltori.

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