Sono molte le opere in cui vengono trattate le teorie freudiane, ma in questo racconto breve sono illustrate davvero bene!
“Lettera di una sconosciuta”
Nel 1922 viene pubblicata la prima edizione del racconto breve Lettera di una sconosciuta di S. Zweig in lingua tedesca. Dal titolo si intuisce che si tratta di una lunga lettera, priva della firma del mittente, che uno scrittore viennese riceve il giorno del suo quarantunesimo compleanno: a scrivere è una donna che ha appena perso un figlio e che, finalmente, riesce a dichiarare il suo amore non corrisposto allo scrittore destinatario. Lo incontrò per la prima volta all’età di tredici anni, quando R. si trasferì all’appartamento accanto all’abitazione della ragazza. Affascinata dalla gentilezza del maggiordomo e dagli innumerevoli libri che furono portati nella nuova casa durante il trasloco, lo inizia ad osservare di nascosto nella speranza di vedere finalmente il suo volto. Inutile dire che la ragazza fu ammaliata alla scoperta che un giovane scrittore venisse a vivere proprio vicino casa sua. Passano tre anni, la madre della donna sconosciuta di sposa con un ricco viennese e sono costrette a trasferirsi altrove. Ma la ragazza non ha mai smesso di pensare allo scrittore, così all’età di diciotto anni ritorna a Vienna, dopo aver trovato lavoro come impiegata, nella speranza di rincontrarlo. Si apposta davanti la vecchia abitazione, scopre che lui non ha mai abbandonato quell’indirizzo e trova il modo di incontrarlo, per poi passarci diverse notti a letto. Rimane incinta e mette al mondo il frutto di questo amore mai corrisposto in modo consapevole, perché lo scrittore, nel corso di tutta la storia, non riconosce mai quella ragazzina tanto gentile da aprirgli il cancelletto di casa. Il bambino cresce senza conoscere mai il padre e la donna sconosciuta rifiuta proposte di matrimonio perché devota al suo unico amore. Il giorno prima della stesura di questa lettera, il figlio muore a causa di una brutta febbre, che probabilmente ha anche lei. Perciò scrive queste parole indirizzate allo scrittore… parole che, se sta leggendo davvero, significa che lei è morta.
Psicoanalisi della pubertà di Freud
Nelle varie teorie sostenute da Freud in merito alla psicoanalisi, vi è una breve parentesi riguardante il periodo adolescenziale o, meglio, come preferiva definirla lui, la pubertà (Tre saggi sulla sessualità,1905). Secondo lo psicoanalista si tratta di un periodo delicato in cui si attivano pulsazioni infantili che il soggetto deve sforzarsi a superare: l’adolescenza è vista come una fase di transizione per arrivare ad una strutturazione sessuale adulta definitiva. Durante l’infanzia la pulsione sessuale è quasi automatica, ma in età puberale il soggetto è spinto nella ricerca di un nuovo “oggetto” col quale sfogare un misto di sessualità, quella repressa in età infantile, e tenerezza. Fenomeno prettamente evidente nell’uomo per il quale la principale meta sessuale è il raggiungimento del piacere che trova attraverso il godimento concreto. Nonostante sia un gesto dedito alla procreazione, secondo Freud qualsiasi disturbo morboso legato all’atto sessuale è da considerare un rallentamento nello sviluppo. Inoltre, come detto inizialmente, prende in considerazione la pubertà, non tanto l’adolescenza, perché lo considera un processo di “rinvenimento” dello oggetto, ossia la scelta del nuovo oggetto sessuale è legata alla dal rapporto che il soggetto aveva con i propri genitori durante l’infanzia.
Zweig e Freud
Nonostante i grandi progressi nel campo psicoanalitico nel corso degli anni, è notevole come lo scrittore austriaco abbia trattato le teorie di Freud nei suoi scritti. Un esempio lampante è proprio il racconto illustrato all’inizio di questo articolo: una bambina cresciuta in assenza del padre rimane affascinata dal misterioso vicino di casa. Un’ossessione nata in periodo preadolescenziale e che si ripercuote in importanti scelte di vita: il ritorno a Vienna, la nascita di un bambino che non viene rivelata al padre, il rimanere nell’anonimato davanti al desiderio di una vita e il consumo carnale di amore che non verrà mai corrisposto.