Ti senti solo? Canta che ti passa!

Due nuovi studi hanno messo in luce i benefici psicologici dovuti al cantare in gruppo. Il canto di gruppo è  un modo spesso sottovalutato per staccare la spina dai nostri dispositivi digitali, connettersi con gli altri e e ridurre le spiacevoli sensazioni di solitudine e isolamento sociale percepito. Questa nuova ricerca aggiunge un numero crescente di prove che dimostrano come cantare in gruppo si riveli un intervento efficace per migliorare la salute mentale delle persone.

Ed è subito…GLEE Club!

GLEE è una serie televisiva che ha segnato un’epoca. Classificabile come semplice teen drama comune, il GLEE Club offre diversi spunti di riflessione.
La prima stagione vede un professore (Will Shuester) di una scuola superiore dell’Ohio (USA) voler riunire un vecchio club di canto corale coreografato, il GLEE Club, per l’appunto. L’obiettivo è quello di permettere a tutti gli studenti appassionati di musica e ballo di riscoprire il proprio potenziale, troppo represso e spesso poco considerato dal sistema scolastico. I primi membri del coro sono personaggi altamente stereotipati, quelli più presi di mira dal sistema scolastico e perciò più isolati: c’è il ragazzo in sedia a rotelle, la giovane ragazza balbuziente, la ragazza ebrea che vuole diventare una star, il ragazzo gay che ha paura di fare coming out e la ragazza nera ‘cicciottella’.

Il GLEE Club

Quello che all’inizio è solo il “gruppo sfigato” della scuola, diventa un’opporunità di crescita per tutti i ragazzi, che a poco a poco riescono a realizzare ognuno i propri sogni e la propria serenità. Se c’è una cosa però che la prima stagione di Glee ci dimostra, tra le molte altre, è che l’unione fa la forza, e che nel momento in cui accetti te stesso così come sei e gli altri così come sono, nulla potrà più dividervi.

E nella vita reale? I risultati di nuove ricerche dimostrano come il cantare in gruppo possa davvero giovare alla nostra felicità e benessere psico-fisico, contrastando l’isolamento sociale percepito.

Cantare riduce i livelli di cortisolo – Il primo studio

Secondo i risultati preliminari (riportati l’8 Novembre) di un nuovo studio pilota condotto dai ricercatori dell’Iowa State University, cantare per un’ora in gruppo è in grado di ridurre i livelli del così detto “ormone dello stress“, ovvero il cortisolo. Inoltre, sarebbe correlato con ridotte sensazioni di tristezza e ansia soprattutto negli affetti da Parkinson. In questi pazienti, cantare favorirebbe addirittura le funzioni motorie e la fluidità di movimento.
La ricerca è stata condotta da un team di tre persone: la terapeuta musicale Elizabeth Stegemoller, la professoressa di sviluppo umano e studi familairi Elizabeth Shirtcliff e uno studente laureato chinesiologia e psicologia.
Per lo studio sono stati reclutati 17 partecipanti, tutti membri di un gruppo corale terapeutico guidato dalla stessa Stegemoller. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che dopo un’ora di canto i biomarker per il cortisolo risultavano più bassi rispetto rispetto all’inizio dell’incontro.
Stegemoller ha sottolineato come parte di questo effetto possa essere dovuto al fatto che i partecipanti si sentano più positivi e meno stressati nell’atto di cantare con gli altri membri del coro. Ciò suggerisce come ulteriori analisi possano analizzare i livelli di ossitocina dei partecipanti, considerata l’ormone dell’amore e dei legami. Gli studiosi stanno infine osservando la variabilità della frequenza cardiaca, che permette di capire quanto le persone si sentano calme e fisiologicamente rilassate dopo aver cantato. Sebbene questi risultati iniziali siano promettenti, sono necessarie ulteriori analisi per identificare i meccanismi esatti che guidano questi benefici psicologici e fisici.

Nel seguente intervento a TedX la Stegemoller spiega i benefici della musicoterapia sul cervello:

Cantare in un coro aumenta la joie de vivre – il secondo studio

Il secondo studio sui benefici del canto di gruppo si proponeva di testare gli effetti dell’intervento del coro sulla salute, il benessere e i costi dell’assistenza sanitaria sugli adulti più anziani appartenenti a “Community of Voices choirs“. I cori di Community of Voices sono guidati da direttori e accompagnatori di cori professionisti e sono culturalmente adattati per adattarsi ai dati demografici di ciascun luogo.
Questi cori secolari sono appropriati per le persone con una vasta gamma di abilità canore e sono appositamente studiate per creare il giusto “flow”: un’esperienza  stimolante in grado di ottimizzare le proprie abilità senza che nessuno si senta sopraffatto.
La fascia degli over 65 è particolarmente vulnerabile ai sentimenti di isolamento sociale percepito e di solitudine. Essi sono correlati alla depressione e ad outcomes negativi. Poichè i  sistemi sanitari e sociali non sono pronti a sostenere la nostra popolazione in rapida crescita degli anziani negli ultimi anni la ricerca sta cercando di espandere i propri campi di interesse verso nuovi approcci che permettano all’anziano di sentirsi coinvolto. In particolare, l’autrice dello studio Julene Johnson si sta dedicando alla ricerca che evidenzia come cantare con un coro possa portare a benefici spesso trascurati sul benessere degli anziani.
Durante il suo studio durato 6 mesi, ogni cantante ha riportato su questionari self-report il proprio stato psicologico e il proprio benessere emotivo complessivo. Ogni sessione corale aveva la durata di 90 minuti. Dopo aver valutato questi questionari, i ricercatori hanno scoperto che gli adulti più anziani che avevano cantato nel coro mostravano un isolamento percepito significamente più basso e un “interesse per la vita” significamente più alto.

Cantare insieme è uno dei modi più vecchi e gioiosi di riunirsi e divertirsi. Anche se sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere esattamente come cantare possa giovare al benessere generale e alla salute mentale, specialmente l’ultima ricerca ci mostra come cantare possa diventare un perfetto rimedio senza farmaci per contrastare le barriere di isolamento e divisione sociale.

Susanna Morlino
@karmadelevingne

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