Estate è sinonimo di vacanze. Si possono cercare in campagna, al mare, in montagna o nelle città. Cosa hanno da dire la cultura alta e quella pop su questi luoghi?
Estate: sei lettere che designano una stagione che non è solo una stagione. Un periodo dell’anno che cela mille significati oltre a quello convenzionale. Tre mesi che per i più piccini rappresentano libertà, per i più grandi l’ultimo terribile sprint prima del relax che si aspetta da un anno. Tre mesi che per altri corrispondono ad un incubo per il caldo afoso, che però può essere evitato in qualche modo. Come? Passando l’estate al mare.
Certo è che solo i più fortunati riescono a passare ogni giornata estiva con i piedi nell’acqua salata. Per la maggior parte dei comuni mortali, e per coloro che sono ancora più sfortunati da non vivere accanto a quella distesa blu, il mare è un sogno lontano. Ma lo si deve preferire solo come rimedio al caldo torrido? Perché come si è già visto, anche la campagna e la montagna possono essere utili per ciò. Ma non lo si può considerare neanche come solo un modo di evadere dalla routine. Per quello, una città va benissimo. Cosa offre di più il mare? Forse J-Ax può darci qualche indizio. O, ancora meglio, Umberto Saba.
Ostia lido e la vacanza Italiana
Di certo, complici anche le numerose e bellissime spiagge del nostro Paese, non si può dire che una delle mete favorite degli italiani non sia il mare. Che si scelga l’Adriatico o il Tirreno, la vacanza ‘ignorante’ o quella rilassante, il mare rimane nel cuore di chi nel Bel Paese è nato e cresciuto. A conferma di ciò si ritrovano le numerose hits dell’estate che ogni anno a fine maggio/inizio giugno iniziano ad inondare ogni singola stazione radio. Uno dei protagonisti indiscussi di queste è J-Ax.
Ombrelloni, castelli di sabbia, sole che brucia, acqua salata, mare blu profondo ed una riva coperta di lettini sono alcune delle parole che compongono il testo della sua nuova Ostia Lido. Anche solo leggendo il titolo non vi è mistero sull’argomento trattato, ma andando ad analizzare verso per verso si va a smentire ogni dubbio. Come era successo già nelle estati passate, ancora J-Ax fa della vacanza al mare quella degna di diventare protagonista di una sua canzone.
Perché proprio il mare? Perché ogni sorta di cinepanettone italiano si chiama ‘Estate + località di mare’ e non ‘Estate + montagna’? Forse perché nella nostra cultura è radicato quel bisogno di rilassarci in spiaggia avendo intorno solo gente che balla, che balla, che balla. L’Italia è una penisola che da tempi immemori vede riversarsi sulle sue spiagge italiani e non solo. Davvero ancora stupisce che nella nostra testa appena si parli di estate si accenda l’idea del mare?
L’Ulisse di Saba
Ma se la conferma della cultura pop non basta a convincerci che il mare sia un’alternativa ottima per decidere di passarvici la nostra estate, forse bisogna ascoltare anche cosa ha da dire quella alta. Ovunque nella letteratura, come nell’arte figurativa, il mare ha fatto da protagonista. Un essere immenso ed indomabile, davanti al quale l’uomo si sente piccolo ed impotente. Questa era per esempio la visione che i Romantici ne avevano. Ma anche andando avanti nel tempo (anche se si potrebbe ugualmente tornare indietro per trovare testimonianze del profondo legame che lega l’uomo al mare) si ritrova questo topos, per esempio in Umberto Saba.
Nella sua opera il mare fa da maestro, come accade nella poesia ‘Ulisse’. Saba descrive qui la contrapposizione tra età giovanile e adulta attraverso la metafora di un viaggio in mare. Perché proprio il mare per rappresentare il viaggio della vita? Perché è l’unico elemento che ne condivide le insidie ed i piaceri, che nonostante accenda ad altri i suoi lumi, non smorza lo spirito d’avventura intrinseco in ogni essere umano. Il mare è pieno di scogli, scivolosi e dannosi per le navi, ma anche luccicanti e belli come smeraldi al sole. La vita è esattamente questo: una distesa di ostacoli che se guardati sotto un’altra angolazione possono rivelarsi delle opportunità da cogliere al volo.
Il mare è quel mistero immenso che l’uomo non ha ancora svelato, paragonabile solo all’intreccio dello spirito umano. Non ci sono perché da spiegare sul fatto che faccia nascere così tante riflessioni. Affascinante e crudele, come l’essere umano è sempre stato in fondo. Come può un’entità tanto immensa non essere dunque elevata a protagonista nella letteratura? E come può un protagonista di quel calibro non essere considerato per almeno una veloce visita estiva? Non esclusivamente per una vacanza di divertimenti, o una di relax. Ma anche solo per dedicare qualche giorno della stagione più felice dell’anno ad osservare quella meraviglia blu che ci sta sempre sotto gli occhi e che a stento sembriamo vedere. Che momento c’è di migliore dell’estate per lasciare il mondo fuori e cercare qualcosa di nuovo tra quelle creste azzurre?