Le falle nella percezione umana: ragazzo morto perché scambiato per una preda

Tragico incidente ad Apricale, Imperia: un operaio di Ventimiglia, durante una battuta di caccia al cinghiale, ha aperto il fuoco su un giovane 18enne, freddandolo. Il cacciatore ha affermato di essere convinto si trattasse di un cinghiale: è possibile commettere un errore del genere?

Caccia al cinghiale ma uccide Nathan Labolani
Nathan Labolani è il 18enne rimasto ucciso durante una battuta di caccia al cinghiale

Apricale, Imperia. La strada che porta al paese è stata sbarrata, un maresciallo spiega:”hanno sparato ad un ragazzo. Se la caverà”. Ma si sente la sua poca convinzione nel proferire queste parole. Sulla strada ci sono, insieme ai carabinieri e ai volontari del 118 anche due uomini: uno piange, uno trema. Uno il padre del ragazzo a cui hanno sparato, l’altro il cacciatore che ha esploso il colpo.

Il padre della vittima

Il dolore di Enea Labolani, genitore del ragazzo, è incommensurabile. Il figlio, Nathan, avrebbe compiuto 19 anni verso la fine della settimana successiva. Era molto giovane ma si adoperava già per aiutare la famiglia. Aveva fatto il muratore e si occupava delle consegne per l’azienda agricola fondata dal nonno. Non sognava di abbandonare il luogo di nascita, era felice con quello che aveva e non desiderava altro. Il colpo che l’ha colpito è stato esploso a non più di 20 metri di distanza, colpendolo in piena schiena. I primi a soccorrerlo sono stati i due cacciatori, seguiti poi dai vigili e dagli operatori del 118. Ma tutto è stato vano.

Il cacciatore

Il colpevole è un cacciatore che aveva da poco rinnovato per la terza volta il patentino di caccia al cinghiale. È un operaio di 29 anni che lavora e vive a Ventimiglia. Quella di ieri era la sua prima battuta di caccia stagionale, iniziata alle 8 del mattino con la propria squadra. È durata poco: dopo 10 minuti l’uomo ha sentito un rumore, e dopo aver lanciato il richiamo e non aver ricevuto risposta ha aperto il fuoco. Solo che stavolta non si trattava di un cinghiale. Ma è possibile sbagliarsi così?

I modi della percezione e perché possono essere ingannati

caccia e percezioni sbagliate
La psicologia della Gestalt, di inizio ‘900, è stata la prima corrente psicologica a occuparsi prettamente di percezione. A lei dobbiamo molti studi sulle illusioni ottiche e sul perché avvengono

Sappiamo che la realtà oggettiva del mondo e la realtà fenomenica, ovvero la realtà percepita, sono diverse. Non a caso in psicologia credere che coincidano porta al cosiddetto realismo ingenuo. Ma come mai la nostra capacità percettiva è così facilmente ingannabile? Esistono principalmente due tipi di percezione: una diretta e una indiretta. La prima viene definita bottom up, e dipende strettamente dall’organizzazione e dalla struttura dello stimolo. La seconda viene invece definita top down, e si dice indiretta perché viene mediata dal soggetto percipiente: le nostre aspettative, credenze, emozioni, conoscenze e la nostra immaginazione influenzano la nostra percezione.

I rischi delle percezioni top down

Il fatto che esista un tipo di percezione indiretta è quella che rende unico ciascuno di noi, dato che la nostra visione del mondo sarà sempre leggermente diversa da quella dei nostri simili. Allo stesso tempo però può portare a diversi errori. Di fronte ad uno stimolo ambiguo la nostra mente si rifà alle nostre aspettative e alle informazioni depositate in memoria per trovare le informazioni mancanti, in un gioco squisitamente probabilistico: il cervello tenderà a indovinare quale percezione possa essere la più corretta scegliendo. Ovviamente il contesto gioca un ruolo fondamentale nella scelta delle informazioni. E se molte volte ci prende, alcune volte può sbagliare.

Percezioni e caccia
Il cervello tende a completare le informazioni di fronte a uno stimolo ambiguo

Due esempi serviranno a rendere chiare le idee. Immaginate di essere in macchina, e rendervi conto di essere quasi senza benzina. È molto probabile che scambierete insegne lontane o poco visibili per insegne di benzinai, dato che ne sarete alla disperata ricerca. Possiamo incorrere in una situazione analoga se possediamo un gatto e una notte, entrando in cucina, ci trovassimo a vedere un oggetto non facilmente identificabile al buio a terra, ad esempio una borsa. Se ci soffermiamo a chiederci cosa sia quell’oggetto, è probabile che, per via dell’abitudine, lo scambieremo per il nostro tenero cucciolo.

Stop alla caccia domenicale

caccia abolita la domenica
L’incidente ha sollevato diverse polemiche, tra cui la proposta di abolire la caccia la domenica

Il sindaco, Silvano Pisano, che conosceva bene Nathan, si sta tormentando. È affranto dall’accaduto, sostenendo fosse una “tragedia annunciata” dato che i cinghiali arrivano sempre più vicini al torrente.  Gli chiedono anche se ci sarà una giornata di lutto cittadino. “A cosa serve? Conta solo quel che è successo. Un ragazzo è morto, in modo orribile“. Anche il ministro dell’ambiente è intervenuto per chiedere alle regioni di modificare il calendario venatorio, e abolire la caccia domenicale.

 

Matteo Sesia

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