Depressione e frustrazione: cosa si nasconde dietro la disoccupazione?

L’economia europea sta fronteggiando grandi problemi negli ultimi anni, come la disoccupazione giovanile. La Commissione europea sostiene che, nonostante il fenomeno sia stato notevolmente arginato negli ultimi anni, la disoccupazione giovanile è comunque a livelli inaccettabili in alcuni Stati membri.
“Vista la maggiore incertezza che caratterizza il contesto mondiale, gli Stati membri dell’UE devono assolutamente intensificare l’azione per aumentare la produttività, migliorare la resilienza delle economie nazionali e garantire che la crescita economica produca effetti positivi per tutti i cittadini.”
Questa condizione, però, comporta una serie di problematiche a catena. L’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna sostiene che la disoccupazione sia la causa di disagi psicologici, propri della generazione 2.0.

L’ansia per un futuro che non esiste, blastingnews.com

Credi nella vita dopo il lavoro?

Quella attuale è una generazione cresciuta durante una vera e propria rivoluzione digitale, che dovrebbe portare ad un avanzamento economico e anche sociale. Si è rivelata però “la peggiore crisi dai tempi della Grane Depressione” – come sostiene l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna. L’idea generale è quella per cui i giovani di adesso siano dei completi inetti e che non sappiano gestire la vita da adulto. Ma in realtà hanno molta voglia di fare, sono desiderosi di creare un futuro con le proprie mani. Bisognerebbe, invece, analizzare i fattori disposizionali che hanno una rilevanza netta soprattutto nell’ambito lavorativo. Quei fattori, insomma, che determinano una perdita di autostima o la diminuzione di motivazione, come i lavori sottopagati. O ancor prima bisognerebbe analizzare i problemi psicologici che destabilizzano le giovani menti: inadeguatezza, depressione, ansia, attacchi di panico. Per non parlare della difficoltà che hanno di emanciparsi dal nucleo familiare, che non li aiuta a creare un propria identità sociale nel mondo. La Presidente dell’Ordine degli Psicologi sopracitato ha definito questa situazione come un’adolescenza sospesa.
Non solo il lavoro, ma anche lo studio genera preoccupazione e ansia per gli universitari che si accingono ad entrare nell’MDL – mercato del lavoro. Questo perché la speranza è di trovare un’occupazione che sia inerente al proprio percorso universitario e, in caso di riuscita, mantenere quella posizione è sempre difficile. In Italia il livello di soddisfazione della propria vita tocca il 62%, mentre negli altri Paesi le percentuali sono molto più elevate.

Depressione, la malattia del secolo, vocetempo.it

La Grande Depressione 2.0

La depressione giovanile è stata purtroppo definita la malattia del secolo e si presume che nel 2030 sarà la patologia cronica più diffusa tra i giovani. Angosciante come prospettiva. Analizziamola da un punto di vista psicologico: la depressione è un disturbo dell’umore. Il soggetto tende a sentirsi triste, vuoto, disperato. È determinante di questa malattia una marcata diminuzione di interesse per le attività che prima procuravano piacere. Stanchezza, mancanza di energie e demotivazione possono essere ulteriori sintomi. Ovviamente non si parla solo di malessere psicologico, perché la depressione viene somatizzata anche dal corpo. Il soggetto tende ad aumentare di peso oppure dimagrisce visivamente. I disturbi del sonno sono più frequenti: come insonnia o ipersonnia, svegliarsi spesso durante la notte o non riuscirsi a svegliare. La capacità di concentrazione diventa pian piano più sterile e il soggetto si sentirà perennemente debilitato.
Inoltre l’insorgenza di comportamenti dannosi per la salute è più alta – fumo, alcol e sostante stupefacenti. Eventi destabilizzanti, come la perdita del proprio lavoro, sono stati la causa di molti suicidi o tentati suicidi – perché l’individuo perde l’unica certezza che riesce letteralmente a mantenere lui e una possibile famiglia.

La frustrazione sfocia in aggressività, realizzotestesso.it

 Il pugno sul muro sbagliato

La frustrazione è invece la mancata gratificazione di un desiderio oppure l’impedimento alla soddisfazione di un bisogno. Questo si verifica quando c’è un ostacolo che blocca il raggiungimento di un obiettivo – come l’acquisizione di un posto di lavoro. I fattori scatenanti sono tre:

  • Biologico: se è coinvolta una particolare condizione fisica;
  • Psicologico: quando riguarda aspetti di personalità diversi da quelli delle altre persone;
  • Sociale: se l’individuo vive in un ambiente che non favorisce la soddisfazione dei propri desideri.

La mancata gratificazione può scatenare una reazione aggressiva, che quasi sempre viene esercitata non sull’ostacolo – come un datore di lavoro intransigente – ma su un altro oggetto – come un parente, un amico, se stessi. La reazione può essere più o meno forte in base alla quantità degli eventi frustranti vissuti dal soggetto. Quando qualcosa non segue i propri piani, la colpa deve essere affidata a qualcuno che deve essere punito. Spesso l’individuo frustrato neanche si rende conto che l’aggressività è diretta verso persone/oggetti sbagliati. E le conseguenze sono ansia, angoscia, distacco e apatia. L’individuo tende quindi a nascondere la frustrazione con la rabbia, le reazioni spropositate, l’apatia di fronte al dispiacere.

Martina Di Perna

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